Vai al contenuto

Gesto della pistola contro Meloni: “Ecco perché l’ho fatto”. E arrivano le scuse

Pubblicato: 20/03/2024 07:00

Durante una seduta in Senato, alla presenza della premier Giorgia Meloni, uno studente del liceo Augusto Righi di Roma ha scatenato polemiche mimando con le mani il gesto di una pistola verso le postazioni del governo. Il gesto, prontamente redarguito dalla professoressa e censurato dal presidente del Senato Ignazio La Russa, ha sollevato un dibattito sull’espressione del dissenso e sulle sue forme.

Il giovane, in una dichiarazione a La Repubblica, ha annunciato l’intenzione di scusarsi per il gesto, precisando che le sue scuse saranno limitate all’azione compiuta, che egli attribuisce alla storia di Autonomia Operaia. Sottolinea, però, di non arretrare dal suo dissenso nei confronti del governo e della classe politica attuale, mantenendo ferma la sua posizione critica.

La dirigente dell’istituto ha promesso una punizione severa, ma La Russa ha invitato a non esagerare. Lo studente ribadisce il suo dissenso, dicendo: «Mi scuso, ma il dissenso nei confronti di questo governo e di questa classe politica rimane».

Nella sua lettera di scuse, lo studente ammette che il gesto non voleva essere una minaccia né un invito alla violenza, ma un’espressione errata di dissenso, diretta tanto alla destra quanto alla sinistra. Termina la lettera con «cari saluti antifascisti», evidenziando una chiara posizione politica.

Inoltre, chiarisce che il gesto non era diretto personalmente verso la premier Meloni, ma rappresentava una critica generale all’azione del governo, accusato di non aver sempre tutelato gli interessi di studenti e cittadini.

Questo episodio mette in luce la tensione tra le generazioni e la politica, interrogandosi sulle modalità di espressione del dissenso in contesti istituzionali e sul significato di rispetto e libertà di espressione in una società democratica.