
Confermato il carcere duro per Alfredo Cospito: la Cassazione ha infatti dichiarato inammissibile l’istanza presentata dai difensori dell’anarchico, detenuto in regime di 41bis, contro la decisione del tribunale di Sorveglianza di Roma, che il 23 ottobre aveva confermato il carcere duro per l’uomo attualmente detenuto a Sassari. Durante l’udienza il procuratore generale della Cassazione, come riportato da Repubblica, si era espresso per il “no” al ricorso presentato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini.

Cospito è detenuto da oltre 10 anni nel carcere di Bancali, a Sassari. Nel 2014 era stato condannato a 10 anni e 8 mesi per la gambizzazione dell’ad di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto nel 2012 e rivendicato dalla sigla Nucleo Olga Fai-Fri, Federazione anarchica informale-Fronte rivoluzionario internazionale. Cospito è accusato anche di aver piazzato due ordigni a basso potenziale nei pressi della Scuola allievi carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo, nella notte tra il 2 e il 3 giugno del 2006. L’esplosione dei due ordigni non aveva fortunatamente provocato vittime.
Pescarese, nato nel 1967, Cospito è il primo caso di un anarchico al 41 bis, una disposizione introdotta nell’ordinamento penitenziario italiano con una legge nel 1986, in funzione di lotta e contrasto alle mafie. Da ottobre scorso porta avanti lo sciopero della fame: dopo sei anni in regime di alta sicurezza, ad aprile, la sua condizione carceraria si è aggravata, con il passaggio al 41 bis, così come stabilito da un decreto del Ministero della Giustizia, secondo il quale Cospito, comunicando con l’esterno, avrebbe mantenuto legami con il gruppo anarchico di riferimento. Successivamente, i pm di Torino avevano avviato una indagine che aveva portato a un procedimento nei confronti degli appartenenti alla Fai per i reato compiuto tra il 2003 e il 2006. Cospito è stato identificato quale “capo e organizzatore di un’associazione con finalità di terrorismo” e condannato a 20 anni di reclusione in primo e secondo grado. Lo scorso mese di luglio, la Cassazione ha riformulato le accuse nei suoi confronti: strage contro la sicurezza dello Stato, reato che prevede l’ergastolo ostativo.
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