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Addio vecchia Lega: la rivoluzione alle porte (che non piace a Salvini)

Pubblicato: 22/03/2024 14:40

Dal piano Mattei alla regola dei Mattei: da un’ipotesi a un’iperbole il passo è breve e trattandosi di politica (estera la prima, più interna la seconda) tutto è possibile. Con un Matteo – quello della Lega – che può lasciare il partito di cui è leader, esattamente come l’altro (quello del Pd) ha fatto per fondare la sua Italia Viva.
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Dove va la Lega? L’ultimo scenario, alla vigilia della nuova riunione di sovranisti convocata a Roma da Salvini, dà voce ai molti dubbi e ai tanti spifferi che investono la linea politica del Carroccio in queste ore. Così come l’immagine aulica (dell’Aula di Montecitorio) della premier Meloni con il suo vice Salvini, che si guardano teneri, non ha convinto nessuno. Le sparate continue del segretario leghista per strizzare l’occhio a Putin hanno allargato le distanze tra gli alleati di governo, che come da prassi ripetono anche senza richiesta che “la maggioranza è coesa”.

La frattura tra i due leader sarebbe talmente profonda da ipotizzare che Salvini possa addirittura passare all’opposizione (uan sorte dei Papeete due) con un suo nuovo movimento, una volta uscito da una Lega che – nella base nordica e non solo quella – non lo sopporta più tanto. Con la premier Meloni che a quel punto guiderebbe un governo con Fratelli d’Italia e Forza Italia (irrobustiti dal voto delle europee del 9 giugno prossimo) e, perché no, con dentro anche Azione e Italia Viva. Del resto di indizi che possano sostanziare una prova ce ne sono parecchi. Vediamoli.

Intanto Salvini proprio in queste ore – in un movimentato consiglio federale, stando alle cronache – ha dovuto replicare (o cedere?) a diversi esponenti di primo piano del suo partito, concedendo lo svolgimento del congresso per il prossimo autunno. Una decisione che in molti leggono come un mezzo per respingere le critiche all’indirizzo del segretario arrivata dalla base e da diversi fondatori della Lega Nord. Anche e soprattutto nelle scelte di politica estera, a cominciare dalla linea “alternativa ai socialisti, alle sinistre e alla Von der Leyen”. Che nei fatti non è quella della (“sempre coesa”) maggioranza di Governo.

I non buoni (eufemismo) risultati della Lega salviniana alle ultime due elezioni regionali in Sardegna e Abruzzo hanno rafforzato l’idea di quanti ritengono necessaria una correzione alla linea. La perpetua campagna elettorale di Salvini non paga e il partito ha perso milioni di voti negli ultimi anni. Per non dire poi che domani, alla convention romana con gli alleati della destra radicale anti-Bruxelles, sono date per certe assenze e defezioni locali e internazionali. Brillerà la non presenza dei due governatori di punta Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friuli V.G.) così come quella di parlamentari come Gian Marco Centinaio (vice presidente Senato) e soprattutto dei ministri: il leader è sicuro di vedere al suo fianco Giancarlo Giorgetti, che però non ha confermato. E come già a Firenze lo scorso novembre, non ci sarà Marine Le Pen (anche se la leader della destra francese manderà un video).


Fin qui gli indizi da casa Lega, Ma secondo il sito Affaritaliani.it ci si può spingere oltre. “Secondo fonti ai massimi livelli, alcuni maggiorenti della Lega starebbero trattando con la premier per una vera rivoluzione. Mettere in minoranza Matteo Salvini e puntare, come nuovo segretario, su Massimiliano Fedriga. E per ottenere il risultato la Meloni sarebbe pronta a digerire perfino il terzo mandato, fin qui ritenuto un autentico tabù”. Mossa che permetterebbe a Zaia – che Salvini avrebbe voluto candidato alle Europee – di restare alla guida del Veneto. A quel punto Meloni potrebbe togliersi di torno Salvini, che uscirebbe dal partito (come l’altro Matteo) per formare un suo movimento con i fedelissimi che lo seguiranno. Si fanno già i nomi: Andrea Crippa ovviamente, con Claudio Durigon, Luca Toccalini, Andrea Paganella, Roberto Marti, Susanna Ceccardi e Andrea Cecchetti.

Insomma, dopo le elezioni europee – con la Lega di Salvini premier attesa da risultati poco vivaci – si confezionerebbe il cambio di scenario. Con il partito rinnovato – qualcuno la definirebbe una “buona Lega” – meno intruppata tra i gruppi dell’ultradestra europea per riprendersi la sua identità, con un ritorno alla forte presenza sui territori locali per spingere principalmente sulla guida delle amministrazioni locali. “Salvini a quel punto potrebbe decidere di galleggiare con un suo piccolo partito personale”, è la previsione. Esattamente come l’altro Matteo.

Ultimo Aggiornamento: 28/03/2024 17:43