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Cuorgné, muore a 43 anni ucciso durante un esorcismo. Denuncia: “Se muoio è stato mio fratello”, torture indicibili

Pubblicato: 25/03/2024 14:00

Legato e soffocato dai parenti in un esorcismo, al 112 aveva detto: “Se muoio è stato mio fratello”. Prima che il suo cadavere fosse rinvenuto, Khalid Lakhrouti aveva già avvertito le forze dell’ordine perché sottoposto a esorcismi da parte dei parenti. “Khalid aveva il diavolo dentro” avrebbe detto l’imam di Cuorgnè in una conversazione intercettata dopo la scoperta del cadavere del 43enne a Salassa il 10 febbraio scorso.
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Il corpo di Khalid

Khalid Lakhrouti, il 43 anni è morto soffocato durate un esorcismo a cui era stato sottoposto dai familiari, nel Torinese. L’inchiesta sulla sua morte è arrivata a questa orribile conclusione. In arresto il fratello, la moglie e lo zio .re dell’esorcismo in quanto imam della comunità islamica di Cuorgnè. “Se mi succede qualcosa di brutto è colpa di mio fratello” aveva detto infatti il 43enne in una precedente telefonata al 112 in cui raccontava gli esorcismi a cui veniva sottoposto dai parenti.

Il corpo di Lakhrouti, è stato ritrovato a Salassa, Torino, il 10 febbraio scorso. C’è un precedente, perché lo scorso gennaio, era stato soccorso perché privo di sensi, sempre in casa sua, e portato in ospedale. A chiamare i soccorsi erano stati i vicini, che sentivano richieste di aiuto, e l’uomo venne trovato svenuto. Dopo le cure e le dimissioni, il 43enne aveva chiamato le forze dell’ordine per raccontare che il malore in casa non era casuale ma era frutto di un rito di esorcismo a cui era stato sottoposto.

I precedenti

Secondo l’inchiesta dei carabinieri di Cuorgnè, coordinata dalla procura di Ivrea, la vittima sarebbe stata sottoposta a rito di purificazione in almeno quattro occasioni dall’inizio dell’anno tra cui l’ultima nella sera del 10 febbraio che si è trasformata in tragedia.

A chiamare i soccorsi erano stati gli stessi parenti che avevano ipotizzato una overdose, parlando della sua dipendenza dalla droga. In realtà, come ha stabilito l’autopsia, Khalid Lakhrouti è morto per soffocamento mentre gli premevano qualcosa sulla faccia dopo averlo legato mani e piedi. Inoltre nel sangue non c’era traccia di droga.

Gli investigatori seguono presto la tesi dell’omicidio. Due li hanno spinti a seguirla. Il bottone “Guess” trovato nella gola della vittima, forse staccato con un morso durante il rito. E poi la morte per soffocamento e non per assunzione di droghe: gli hanno premuto sul viso dei vestiti, probabilmente una camicia poi sequestrata. I precedenti racconti dello stesso 43enne e le intercettazioni, hanno portato all’arresto in carcere per fratello e zio imam e ai domiciliari per la moglie, che lo aveva già lasciato e che deve occuparsi dei loro figlioletti.

Gli imputati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Durante l’interrogatorio di garanzia si dicono provati per l’accaduto. Gli inquirenti però ritengono che sapessero bene la dinamica dei fatti e abbiano mentito. “Khalid aveva il diavolo dentro. L’ho percepito quando l’ho incontrato. Abbiamo dovuto liberarlo dallo spirito del male” avrebbe detto l’imam di Cuorgnè in una conversazione intercettata, confermando che più volte era stato chiamato in casa per i riti di esorcismo sull’uomo.

Ultimo Aggiornamento: 26/03/2024 08:23