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Riccardo Gullo, quanto durerà la rivoluzione dell’ultimo comunista isolano?

Pubblicato: 05/04/2024 19:46

Voi pensereste che l’ultimo sindaco comunista isolano sia Francesco Forgione, l’unico rifondarolo a diventare eurodeputato europeo in Sicilia, oggi sindaco di Favignana ma in confronto al sindaco di Lipari, originario di Salina, è un sacrista democristiano. Riccardo Gullo da Salina di mestiere fa il sindaco, in piccolo come Cateno De Luca, ha amministrato per anni la concorrente Salina, in cui è nato, articolata in tre comuni pur essendo una piccola isola. E già questo dice tutto del frazionismo salinese. Lui non può fare a meno di fare il sindaco, di rappresentare e rappresentarsi, è una spinta insopprimibile all’autocelebrazione. Lui si sente un intellettuale inespresso e non sufficientemente capito, perché hanno celebrato l’epopea di Neruda, girata con Philip Noiret e il grande Massimo Troisi, nella sua Salina e non lui?


L’alta considerazione di se lo ha spinto come un castrista cubano ad affrontare il mare per affrancare dal liberismo selvaggio la più Grande delle Eolie, Lipari. Ha vinto per un pugno di voti per il frazionismo dei candidati locali dopo il decennio di Marco Giorgianni, e la eterna rinuncia al disbrigo amministrativo locale dell’ex ministro, precocemente ritiratosi dalla politica come un Cincinnato, Giampiero D’Alia. Da quando ha vinto come nel film l’ora legale di Ficarra e Picone gli operatori locali che campano di un turismo un po’ caotico e breve, vista la stagione corta del turismo eoliano, è stato un martirio.

Prima ha inaugurato la stagione Footloose, niente ballo e musica decadente occidentale nei locali, e discoteche chiuse alle due, cioè un’ora dopo in cui i giovani entrano al White Beach di Lipari o al famoso Raya di Panarea. Questo atto ha scoraggiato le ciurme di ragazzi che frequentano l’arcipelago, soprattutto ad agosto. Poi si è lanciato contro la locale compagnia di navigazione che gestisce il trasporto, per conto dello Stato, che ha privatizzato i collegamenti per non incappare in sanzioni europee, per eccesso di logiche private. Lui vuole una rinazionalizzazione. Oggi ha mandato cartelle Imu e suolo pubblico arretrato, per decine di milioni, ad alberghi e ristoranti liparoti.

Per anni forse decenni si è chiuso un occhio, per favorire un libero mercato che vive però a scartamento ridotto, visto che a ottobre, se non prima, già entrano in letargo fino ad aprile avanzato. Oggi lui, il Fidel delle Eolie, vuole tutti i soldi e subito senza concertazione o transazioni. Lui sogna un’isola cubana, con silenzi e paesaggi, senza coca cola e con la malvasia, magari a 50 euro a bicchiere per fare campare quei diecimila isolani, e non costringerli all’emigrazione come gli antenati in Australia. Ma d’altra parte il suo interesse non è il consenso, visto lo sguardo truce, senza un saluto o un sorriso, stretto tra scuri e silenziosi assessori durante la rinomata processione delle varette del Venerdì Santo, ricambiato dall’espressione degli isolani. Un incredibile atto amministrativo è l’interdizione al traffico automobilistico, causa pericolo stradale, verso il borgo di Acquacalda, a tutti tranne ai residenti, come se costoro fossero esenti dal pericolo. Si dice che proprio al voto della borgata di Acquacalda, sia dovuto il suo successo elettorale e non poteva inimicarsi pure loro, anche se l’ordinanza l’ha emessa la provincia regionale.

Ma tutto è mirabolante al tempo del sindaco castrista, come si può evincere dallo straordinario e autocelebrativo panegirico curriculare stampato sul sito del comune, il cui finale è esemplificativo, ha partecipato a numerose manifestazioni politiche e sociali. Strano che il PCI, il Pdup, Bertinotti o financo il PD della Schlein, non abbiano messo nei quadri dirigenti questo rivoluzionario locale. Sarà stata colpa di Napolitano, che soggiornava a Stromboli, il quale essendo migliorista non amava i peggioristi. Lui, Riccardo Gullo, si autocelebra come studioso emigrato a Torino, impiegato nella Fiat capitalistica degli Agnelli, che lo hanno subito avuto avversario come sindacalista. Poi uno sterminato elenco di incarichi pubblici eoliani, che lo hanno incardinato come l’Impiegato delle Eolie, tra funzioni comunali, direttore del locale museo Archeologico, senza essere un archeologo o un esperto in Beni Culturali, e ruoli sindacali. Castro era un rivoluzionario con mitra a bandoliera, Riccardo Gullo è un impiegato con matita d’ordinanza, senza minaccia nucleare, a parte quella di dimissioni ad ogni piè sospinto. Quanto durerà la rivoluzione del gullismo, bullismo, eoliano? Se si ricorda il film di Ficarra e Picone ben poco.

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Ultimo Aggiornamento: 06/04/2024 09:18