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Netflix, Neri Marcorè ed Elio Germano guidano la rivolta degli attori italiani

Pubblicato: 09/04/2024 17:39

Otto anni di trattative con il colosso dell’intrattenimento americano non hanno portato risultati, così la società cooperativa italiana Artisti 7607 è ricorsa al Tribunale civile di Roma, citando in giudizio Netflix ed ottenere un compenso adeguato e proporzionato che spetta per legge agli artisti. Artisti 7607 è la società cooperativa che tutela e gestisce i diritti connessi di migliaia di attori e doppiatori in Italia e nel mondo.

Dopo “oltre otto anni di sterili trattative per ottenere i dati necessari alla determinazione del compenso per gli artisti previsto dalla normativa europea e nazionale – si legge nel comunicato della cooperativa di collecting – Artisti 7607 si vede costretta a ricorrere al giudice ordinario per chiedere il rispetto della legge”. La cooperativa chiede da tempo di “ottenere il compenso adeguato e proporzionato spettante per legge ai propri artisti mandanti”.
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Le dichiarazioni di Marcorè e Germano

Diversi degli artisti rappresentati dalla cooperativa hanno detto la loro a sostegno della decisione di citare Netflix in tribunale. “Artisti 7607 fa una scelta doverosa per difendere la dignità professionale non solo dei nostri artisti ma di tutta la categoria. Non vogliamo subire atteggiamenti ostruzionistici e accettare compensi irrisori da parte delle piattaforme streaming, per le stesse ragioni che hanno motivato il recente sciopero degli attori e sceneggiatori americani. Tutti reclamiamo trasparenza dei dati di sfruttamento delle opere audiovisive e adeguatezza dei compensi”, ha detto Neri Marcorè.

“Proprio le piattaforme che trattano e sfruttano dati si rifiutano, grazie al loro strapotere economico e contrattuale, di fornirci i dati previsti dalla normativa e di corrispondere conseguentemente i compensi agli artisti. E parliamo di multinazionali i cui ricavi vengono esclusivamente dallo sfruttamento di opere audiovisiv”, ha dichiarato Elio Germano.
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