Vai al contenuto

Conte Ugolino, che mangia le teste di tutti e divora il Pd

Pubblicato: 10/04/2024 16:49

Il conte Ugolino è uno dei principali protagonisti dell’inferno dantesco. Si mangiava perfino le teste dei propri figli, figuratevi quelle della segreteria Schlein. Ed è questo il ruolo che si è dato l’avvocato societario Conte, scorporare il PD, disancorarlo dal territorio, unico partito ancora presente, e ridurlo a partito d’opinione, la sua. Per questo l’attacco al PD pugliese o piemontese oggi, toscano o emiliano domani.  Lui non ha una rete territoriale, il suo è un movimento leaderistico fatto di yes-men facilmente sostituibili, dei prestanome o fiduciarie, e per competere nell’area del centro sinistra deve eliminare quella del partito concorrente, il PD. Attenzione: il PD ha una rete territoriale fatta di notabilato a volte molto discutibile, soprattutto per la pluralità interna nelle varie regioni e città. Ci sono personaggi che da lustri sono inamovibili: non solo in Puglia, ma nel Lazio, in Campania, in Liguria o Friuli. Tutte persone che nel rapporto di scambio con il partito hanno più ricevuto che dato, ma che ora sono insostituibili, a meno di non dare per perse, nell’immediato, alcune aree del Paese. 

Divide (il Pd) et impera

In più ci sono aree nazionali di riferimento che sono radicate, e non vogliono un partito leggero di opinione, su tutte l’area riformista di Guerini e soci. Altri se ne sono già andati, con Renzi o con Calenda, oppure si sono messi in astensione. È chiaro che se il tentativo di Conte sarà assecondato sostanzialmente – vedi candidature europee – più che formalmente, dalla Schlein si aprirà una possibile scissione – nella mentalità giuridica contiana: scorporo – di parti del PD che non vogliono morire all’interno del disegno di Giuseppi, il punto più avanzato del progressismo bettiniano. Un progresso verso cosa non è dato sapere, visto l’enorme tasso di qualunquismo del Conte pensiero. Il disegno è chiaro: dividere il PD e recuperarne i resti e le pallide istanze più a sinistra, ma anche no.

Ma poi con i resti del PD che ci fa? Per un avvocato societario è una bazzecola, una società consortile, e poi una bella fusione societaria quando i tempi, o i notai, lo diranno. Gli uomini storici che potevano impedire questa cosa se ne sono già andati, Bersani, D’Alema, Renzi, in direzioni diverse. Guerini e Bonaccini hanno poco tempo ancora li da soffrire, poi trarranno le conseguenze. Poi c’è il terzo mistero di Fatima, Dario Franceschini. Potrebbe trasfigurarsi nell’estasi di Santa Teresa, e aprire le porte del suo cuore a Giuseppe da Voltura Appula, e dopo la Schlein favorire il nuovo corso, rimanendo immobilmente estense, più che estatico. Di fatto sarebbe la morte del PD ulivicolo, la fusione tra due culture rimaste fredde sul piano sociale e politico. Conte potrebbe essere il liquidatore del PD. Probabilmente questo romanzo potrebbe diventare il più riuscito, dal punto di vista della trama, di quelli del compagno Walter.