
Erano quasi quattro anni che Isabella Santacroce non si esprimeva più pubblicamente. Ora però la scrittrice ha deciso di rompere il silenzio. Lo fa concedendo una lunga intervista a Repubblica in cui si lascia andare a diverse rivelazioni sulla sua vita e sulla sua carriera. La sua ultima fatica letteraria si intitola ‘Magnificat amour’ (il Saggiatore).
Leggi anche: “Mi sei piaciuto, un bacio a Chiara”. Celentano scrive a Fedez dopo l’intervista a Belve
L’intervista di Isabella Santacroce a Repubblica
“Sono stati anni dickinsoniani, anni di esistenza claustrale, ma per me la solitudine è uno stato di grazia”, così Isabella Santacroce spiega via mail al cronista di Repubblica i motivi del suo lunghissimo silenzio. E poi: ‘Magnificat Amour’ l’ho scritto tenendo accanto una candela accesa, era il mio indicatore. Iniziavo nel pomeriggio arrivando spesso all’alba. Trascorrevo con lui anche tredici ore. A volte andavo a dormire e poi ritornavo quasi lo sentissi chiamarmi”.
“Magnificat Amour vive nella dimensione del sacro, che io considero la somma degli estremi, dove il santo e il peccatore convivono. Entrambi sono espressione dell’oltrepassamento del limite. – spiega ancora Isabella Santacroce – Per me la scrittura è un continuo misurarmi con l’assoluto. La letteratura è altezza, e richiede altezza. Scrivere per me non è una passione, ma una consacrazione”.
“Quando ha esordito con ‘Fluo’, a metà anni Novanta, è stata avvicinata agli scrittori ‘cannibali’”, le domanda ad un certo punto il giornalista. E la replica della scrittrice è netta e convinta: “È stato l’ultimo movimento letterario italiano, e sono orgogliosa di averlo condiviso con grandi autori come Aldo Nove, Tiziano Scarpa e Niccolò Ammaniti. Ho ricordi molto belli della mia amicizia con Aldo e Niccolò. La prima volta che ci siamo incontrati Aldo stava regalando a tutti delle caramelle mentre Niccolò parlava di film horror”.
Leggi anche: Fedez e l’intervista a Belve, Selvaggia Lucarelli lo smentisce: “Triste e volgare, mia ricostruzione è diversa”