Vai al contenuto

La sindrome di Bellarmino. Ecco come l’Italia cerca di nascondere la vera emergenza sanitaria

Pubblicato: 11/04/2024 10:40
sindrome Bellarmino

Negli ultimi tempi si sta cercando di parlare un po’ di più dell’importanza del “benessere psicologico” delle persone, e si sta sdoganando, finalmente, l’idea di andare dallo psicologo. Fino a poco tempo fa, infatti, chi ci andava veniva visto come “matto”. Oggi, per fortuna, soprattutto nei grandi centri, è la normalità. Ma non per tutti, visto che lo stigma esiste ancora e che, soprattutto, è una spesa che molti non possono permettersi. Per questo anche il governo ha cercato di mantenere attivo il bonus istituito negli ultimi anni, per permettere a più persone possibile di andarci. Eppure c’è una tendenza in Italia: derubricare il disagio psicologico a una condizione di malessere generica e soggettiva, in fondo poco importante per la società, per la collettività. Questa tendenza ha anche un nome: “sindrome di Bellarmino”, cioè pensare che non vi sia relazione tra situazioni soggettive e situazioni oggettive come la salute, lo sviluppo, l’apprendimento, il lavoro e le relazioni. Ne parla David Lazzari su HuffingtonPost, chiedendosi: “Perché preoccuparci delle condizioni psicologiche del singolo – si chiedono gli affetti dalla sindrome di Bellarmino – se non c’è una malattia mentale da curare? Se non ci sono ricadute reali e misurabili sulla società, sul Paese, e se non c’è impatto sulle condizioni collettive ed economiche?”. Di ricadute e di impatto, per la verità, ce ne sono eccome. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> Uccise il diciannovenne Willy, ora si sposa: l’assurda storia del massacratore di Colleferro. Scoppia la polemica

Il nome della sindrome deriva, appunto, dal cardinale Bellarmino, il quale si rifiutò di guardare nel cannocchiale che gli porgeva Galileo per non tramutare le sue asserzioni “soggettive” in una realtà “oggettiva” con la quale fare i conti. Spiega Lazzari, cercando di spiegare come il peso di una psiche sofferente ha costi tali per lo Stato che ogni euro speso per cure psicologiche produce in media tra i 4 e i 5 euro di risparmio. Un malato fisico con disagio psicologico, infatti, costa più del doppio per il sistema sanitario, solo per la sua malattia, senza considerare i costi per gli aspetti psichici. “Prendiamo i dati epidemiologici. I figli di un genitore con un disagio psicologico avranno molte più probabilità di sviluppare un disturbo: quasi tre volte rispetto a un coetaneo per l’ansia, tre volte e mezzo per la depressione, quasi cinque volte in più di avere problemi di alcolismo o consumo di stupefacenti, sei volte e mezzo di essere autore o vittima di violenza. Se sono un adulto con problemi psicologici avrò il 30% in più di probabilità di ammalarmi di tumore, il 40% in più di diventare iperteso, il 50% in più di sviluppare una malattia cardiovascolare o diabete, il 60% in più di avere un’ulcera, l’80% in più una malattia respiratoria”. (Continua a leggere dopo la foto)

I correlati problemi psichici, dunque, abbassano le prospettive di miglioramento della propria condizione o addirittura di vita. E il problema è ancora più grave nelle fasce di popolazione più giovani. Spiega ancora Lazzari: “Il costo stimato (per difetto) del disagio dell’infanzia nella vita adulta è di 341 milioni di euro l’anno per milione di individui, ovvero per l’Italia di 5 miliardi l’anno. Se pensiamo quindi ai costi del disagio dei genitori sui figli e che il 70% dei problemi di salute tra i 15 e i 29 anni sono legati alla sfera psicologica ci dobbiamo chiedere una cosa fondamentale: cosa stiamo facendo? Come stiamo rispondendo?”. La risposta è semplice: male. Infatti, a furia di non intervenire prima, ci si riduce a intervenire dopo, quando i ragazzi arrivino ai pronto soccorso o, peggio ancora, direttamente all’obitorio. Dunque, conclude Lazzari: “Bisogna dismettere l’atteggiamento di chi continua a girarsi dall’altra parte, come il cardinale Bellarmino”.

Ti potrebbe interessare anche: Staffelli insegue due ladre rom e le fa arrestare: il VIDEO. Milano sempre più insicura

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 11/04/2024 10:43

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure