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Palermo, da “stupor” a stupro: la città in cui le donne non difendono le donne

Pubblicato: 17/04/2024 16:42

Palermo è stata capitale dell’occidente con lo Stupor Mundi di Federico II, imperatore normanno: oggi sembra una città stuprata e soprattutto stuprante. Prima il caso del branco che la scorsa estate violenta la ragazza al Foro Italico, il lungomare della città della Conca d’oro. Oggi lo stupro da parte di due cugini, compari di violenza, di una turista canadese. 

Le donne “lupe” che difendono il (loro) maschio stupratore

Quali similitudini hanno queste vicende? La totale assenza di solidarietà femminile. Nella prima sono le madri dei ragazzi del branco ad attaccare, per difendere i loro figli, la vittima di violenza. Cercano prove contro di lei, la denigrano, in alcuni casi la intimidiscono con nuova violenza. I loro figli sono sacri, frutto del grembo: la Fimmina avversaria è sordida, meretrice, loro sono bravi ragazzi. Nel secondo caso sono addirittura le compagne dei cuginetti – uno con precedenti penali – a difendere i bravi ragazzi, good fellas, dei “fessi” – per non citare altro irretiti dalla scostumata turista che si struscia, li provoca: non è colpa loro.

Per quanto cornificate difendono i loro maschi in una logica atavica, ancestrale, da Lupe del branco che difendono i maschi alfa. Non è solo un dato culturale, antropologico: in alcuni quartieri il maschio è ancora colui che porta il pane a casa, il famoso ‘o purtau u pani papà dei film di Totò. In questi gesti di difesa dei compagni c’è più miseria che nobiltà. Se queste donne fossero emancipate, avessero studiato, percepissero un reddito dignitoso, difenderebbero lo stesso questi due elementi che nelle conversazioni intercettate intimamente disprezzano? 

La condizione della donna a Palermo sembra non mutare, nonostante i secoli, dai tempi di Federico: solo che la magnificenza imperiale, lo stuolo di scienziati, le Cappelle Palatine non si fanno più. Lo Stupor se n’è andato ed è rimasto lo stupro. È una città intimamente violenta, Palermo: nei suoi colori, luci, odori e, purtroppo, gesti. Una città stuprata da invasioni e saccheggi, da colate di cemento e rifiuti – a volte umani – che oggi si rivela stuprante, con la complicità delle sue donne Lupe.