Vai al contenuto

Attacco Israele, operazione limitata per evitare escalation

Pubblicato: 19/04/2024 07:39

Israele ha risposto con un attacco mirato in Iran, seguito a un’aggressione notturna con droni e missili da parte di Teheran. L’operazione, descritta da due ufficiali della difesa israeliana, non ha coinvolto i siti nucleari, indicando una strategia di contenimento piuttosto che di escalation.

Controffensiva isrealiana mirata

L’attacco israeliano in Iran è stato limitato e meticolosamente pianificato per evitare un’escalation militare. Nonostante le ipotesi iniziali, i siti nucleari non sono stati coinvolti. Una fonte militare americana ha rivelato ad ABC News che Israele ha colpito almeno un obiettivo con missili in una zona a nord di Isfahan. Qui si trova l’ottava base aerea dell’aeronautica iraniana a Shekari, dove sono ospitati circa venti caccia F-14 ancora in grado di volare, residui di un accordo militare pre-rivoluzionario con gli Stati Uniti datato 1974.

Risonanza e reazioni regionali

Oltre all’attacco principale, ci sono state segnalazioni di possibili attacchi israeliani anche nel sud della Siria e in Iraq, regioni che ospitano basi di milizie filo-iraniane e consiglieri militari dei Guardiani della rivoluzione. Tuttavia, queste notizie non sono state confermate ufficialmente. I media iraniani hanno minimizzato gli attacchi, affermando l’assenza di bombardamenti e descrivendo l’evento come un tentativo di incursione con piccoli droni, suggerendo un tentativo sventato di test bellico.

Questo approccio cauto da parte di entrambe le nazioni suggerisce un desiderio reciproco di evitare una guerra aperta. Il gabinetto di guerra di Israele aveva preannunciato una risposta “inevitabile” e “devastante” all’attacco iraniano, ma grazie a un’operazione internazionale di difesa, il 99% dei missili e droni iraniani è stato intercettato e distrutto prima di raggiungere lo spazio aereo israeliano. In risposta, il presidente americano Joe Biden ha consigliato al primo ministro Benjamin Netanyahu di mantenere una posizione difensiva, sottolineando come la non-escalation rappresenti una vittoria strategica.