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L’Eredità, Marco Liorni sommerso dalle polemiche dopo l’inciampo sull’Oro alla Patria fascista

Pubblicato: 22/04/2024 22:23

Ha fatto discutere sui social il commento fatto da Marco Liorni al quizshow “L’Eredità” dopo una risposta di una concorrente sull’“oro alla Patria“, la manifestazione fascista organizzata dal regime nel dicembre del 1935, nella puntata di domenica 21 aprile, all’indomani del caso del monologo sulla Liberazione – poi censurato – di Antonio Scurati da Serena Bortone.

Quando “i coniugi italiani consegnano alla Patria le fedi nuziali in cambio di anelli senza valore?”, aveva chiesto Marco Liorni. “1935” aveva risposto la concorrente. “Era il ’35 esatto, pensate tantissime famiglie hanno compiuto questo gesto veramente patriottico, quello di donare la fede matrimoniale alla Patria con una ricevuta e un anello senza nessun valore”.

Quel “gesto veramente patriottico“, secondo Liorni, fu voluto dal regime fascista che, con l’istituzione della “Giornata della fede” il 18 dicembre 1935, raccolse l’oro delle fedi nuziali per sostenere i costi della guerra coloniale voluta da Benito Mussolini in Etiopia, mentre l’Italia era colpita dalle sanzioni della Società delle Nazioni. La cerimonia principale si svolse all’Altare della Patria a Roma. Nella sola capitale furono raccolti più di 250.000 anelli, mentre a Milano se ne ricavarono circa 180.000. Anche i reali e personaggi famosi decisero di donare la propria fede nuziale in cambio di un anello di ferro, ma non mancarono i dissidenti.

Dopo qualche ora è arrivata la replica del diretto interessato, consapevole del polverone che nel frattempo si era alzato: “Furono giorni di grande sofferenza, togliersi la fede d’oro per mettersene una di ferro in quell’Italia lì era un gesto sofferto ma anche un gesto di patriottismo. Questo è quello che mi hanno raccontato i miei nonni e mio padre, questo è quello che dice la Storia vista con lo spirito dei tempi, non con gli occhi di oggi. Donare l’oro alla patria si faceva per patriottismo, poi ci sono state anche storie di persone che l’hanno fatto ma non avrebbero voluto farlo, però lo spirito della giornata era quello. Io sono un antifascista, non potrei mai fare un elogio del fascismo. Stavo solo raccontando le emozioni di quel giorno con l’ottica dei tempi”.

Il pubblico del piccolo schermo si è chiesto, come non avveniva da un po’, se la Rai valga il prezzo pagato con il canone per assistere a trasmissioni che hanno perso pezzi. In molti infatti hanno abbandonato l’azienda di Viale Mazzini per dirigersi verso altri lidi, Fabio Fazio Maurizio Crozza in primis. La tv di Stato ha perso consensi da parte del pubblico dopo un periodo in cui, a colpi di fiction e programmi di intrattenimento, aveva macinato share e un numero alto di telespettatori incollati al piccolo schermo. Il caso del commento di Marco Liorni è sembrato a molti la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
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