Vai al contenuto

“Patente sospesa”. Codice della Strada, pene severissime per chi abbandona gli animali

Pubblicato: 23/04/2024 22:35

Il nuovo Codice della Strada ha ricevuto l’ok della Camera ed è ora all’esame del Senato, in attesa di entrare ufficialmente in vigore. Ma si è arricchito proprio nelle ultime ore di una novità, con gli automobilisti che saranno fortemente puniti in caso di un’infrazione particolare. Accogliedo un emendamento presentato dall’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali e la Tutela dell’Ambiente, sarà infatti introdotta la revoca della patente per chi abbandona gli animali. La misura arriva proprio in un periodo dell’anno in cui il fenomeno fa registrare un’impennata, con l’approssimarsi delle ferie estive: tanti ancora, purtroppo, gli italiani che con le ferie decidono di scaricare i loro amici a quattro zampe.

Al momento, l’articolo 727 del Codice penale punisce chi abbandona il proprio animale con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1000 a 10mila euro. Con il nuovo Codice della Strada, nel momento in cui entrerà in vigore, verrà introdotta un’aggravante specifica per rendere più sicura la circolazione degli automobilisti. La norma prevede un aumento della pena di un terzo qualora l’abbandono avvenga per strada: si rischiano fino a 7 anni di carcere. Se per commettere il reato il proprietario dell’animale ha utilizzato un veicolo, oltre alla multa scatterà anche lo stop alla patente per un periodo tra i 6 mesi e un anno.

Se però a causa dell’abbandono di un animale dovesse avvenire un incidente stradale grave (con vittime o feriti) scatterà poi l’applicazione degli articoli 589-bis (omicidio stradale) e 590-bis (lesioni personali stradali o nautiche gravi o gravissime) del Codice penale. Alla pena principale se ne applicano inoltre automaticamente altre accessorie, che vanno dalla sospensione alla revoca della patente. Le tempistiche vanno stabilite in base alla gravità del fatto commesso.

Leggi anche: Aborto, il Senato vota sì al decreto Pnrr: via libera ai “Pro Vita” nei consultori