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Furto Fassino: “È recidivo”, ecco perché i vigilantes lo tenevano d’occhio. Lui però replica: “Mai detto che ero al telefono”

Pubblicato: 26/04/2024 10:17

Resta alta l’attenzione su Piero Fassino. E non poteva essere altrimenti dopo la vicenda che è balzata agli onori di cronaca due giorni fa, quando il Fatto Quotidiano è tornato su un episodio che risale al 15 aprile. Il deputato del Pd è stato è stato denunciato per il tentato furto di un profumo da 100 euro in un duty free shop all’aeroporto di Fiumicino. Stando alla prima ricostruzione, in attesa del suo aereo e superati i controlli, l’ex ministro della Giustizia avrebbe preso la confezione di eau de parfum e l’avrebbe messa in tasca solo nel momento in cui sarebbe squillato il cellulare. Ma le cose non stanno affatto così e la posizione dell’ex ministro della Giustizia si aggrava. Soprattutto a livello reputazionale.
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Furto al dutyfree, Fassino sarebbe recidivo

La ricostruzione del politico, dicevamo, non convince affatto, soprattutto dopo quanto riportato da Repubblica, perché dalle immagini delle telecamere emergono due dati che smentiscono tale versione dei fatti: in primo luogo Fassino avrebbe “alzato gli occhi” ai dispositivi di videosorveglianza, in secondo luogo si sarebbe “appartato in un angolino” e avrebbe “infilato il profumo in tasca”. Il deputato ha ovviamente smentito e assicurato che è stato un momento di distrazione. Tuttavia, secondo ambienti del lavoro aeroportuale, l’ex sindaco di Torino non sarebbe nuovo a “incidenti” del genere. 

A sganciare questa “bomba” e a riaprire la questione è stato Open. Piero Fassino “è recidivo” e questo sarebbe il motivo per cui il duty free dell’aeroporto di Fiumicino l’ha denunciato per tentato furto. I vigilantes, quindi, pare lo stessero tenendo d’occhio perché già a conoscenza di episodi simili. “Gli agenti della Polaria hanno deciso di ascoltare altri dipendenti dell’esercizio commerciale, non in servizio lunedì 15 aprile”, si legge sul sito di informazione. L’indiscrezione arriva dai lavoratori in servizio allo scalo Leonardo da Vinci e, se venisse confermata, spiegherebbe il motivo per cui la vicenda non è stata messa a tacere dopo le scuse del deputato.
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Fassino: “Me le facciano vedere quelle immagini, così chiariamo”

Piero Fassino, a Repubblica, ha però dato una nuova spiegazione su cosa sarebbe successo, raccontando di come tutta la vicenda lo stia facendo soffrire: “Vorrei averle viste io quelle immagini, anzi, spero di vederle presto. Che me le facciano vedere, così chiariamo”. Sulla ripercussione mediatica del fatto, non ha sollevato proteste: “Le notizie è giusto darle, non nasconderle, quando si hanno. Io ho la mia versione, poi si vedrà. Spero che però finisca qui, quello che si doveva scrivere si è scritto. È uscito quello che doveva uscire. Ora basta, l’accanimento è un’altra cosa. La cosa mi fa star male. Sto vivendo giorni di enorme sofferenza…Provo disagio e malessere. C’è di mezzo la mia storia. In vita mia non ho mai rubato nulla. Tanti anni di attività politica, di gestione della cosa pubblica, e un malinteso rischia di oscurare tutto”

Non aveva gli auricolari, Fassino, ma non stava neanche parlando al telefono: “Non avevo le cuffie nelle orecchie, non le portavo. Ripeto, avevo il telefono in mano. E poi avevo il trolley. È stato un equivoco, un malinteso, non volevo rubare una boccetta di profumo. Pensavo si fosse chiarito tutto”. Per ora, non è ancora stata disposta querela di parte.

Ultimo Aggiornamento: 26/04/2024 11:35