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Aosta, pressioni negli ospedali per non abortire: “Obbligate a sentire il battito fetale”

Pubblicato: 27/04/2024 12:32

Donne costrette ad ascoltare il battito fetale, blandite con promesse di sostegno economico, nel tentativo di non farle abortire. Tutto questo succede nelle strutture pubbliche, almeno secondo le segnalazioni del Centro donne contro la violenza di Aosta. La notizia agghiacciante è fra le righe di un comunicato pubblicato sulla pagina Facebook del Centro che richiama l’attenzione sulla Legge 194 – che in Italia disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza – e annuncia un monitoraggio sul territorio. 

La struttura, “in sinergia con i Centri antiviolenza aderenti alla rete nazionale Di.re – Donne in rete contro la violenza, avvierà pertanto azioni di monitoraggio della corretta applicazione della legge 194/1978 nel territorio regionale, e azioni di sensibilizzazione e resistenza, sostenendo le donne e valutando con esse, qualora ne ricorrano le condizioni e nel rispetto della loro volontà, ogni iniziativa utile a tutela delle stesse”.

Il Centro donne “condivide, infatti, le preoccupazioni da più parti espresse per la scelta del governo di prevedere, con un emendamento alla legge 194, la possibilità per i consultori, presidi pubblici di accoglienza e tutela della salute della donna, di concordare la presenza delle cosiddette associazioni pro-vita, non solo a supporto dei percorsi di maternità difficile dopo la nascita, ma anche nella delicatissima fase di maturazione della decisione di interrompere, o meno, la gravidanza”.

“Gravissima la denuncia di Aosta – dichiara la capogruppo di Alleanza Verdi e sinistra alla Camera Luana Zanella -. Spero che la vicenda verrà affrontata adeguatamente dalle autorità, intanto non c’è dubbio, e credo che nessuno possa smentire, che tutto questo è anche frutto del clima voluto da questo governo che ha attaccato frontalmente la legge 194”. 
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