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“Due 007 vicini all’auto di Giambruno”: le indagini dei servizi e il colpo di scena

Pubblicato: 28/04/2024 16:56

Una faccenda dai contorni poco chiari, quella di cui si è ritrovato l’ex compagno della premier Giorgia Meloni, Andrea Giambruno. Il fatto risale allo scorso 30 novembre. Ore 3 di notte. Due uomini si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno con fare sospetto, tanto da essere fermati da un agente di polizia che era di sorveglianza all’esterno dell’abitazione della presidente del Consiglio. Lo scrive il quotidiano “Domani” secondo il quale i due avrebbero riferito al poliziotto di essere “colleghi”, mostrando anche un tesserino prima di risalire a bordo della loro auto e andare via senza essere identificati.
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I due uomini sospetti e le indagini della Digos

L’auto era parcheggiata in zona Torrino, a Roma, a pochi passi dalla villetta di Meloni, due mesi dopo l’annuncio della fine della relazione della coppia. Della vicenda, sostiene il quotidiano, è stata informata la Digos e la scala gerarchica fino al capo della Polizia Vittorio Pisani e al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Dalle indagini svolte sarebbe emerso in un primo momento che i due uomini, che quella notte avevano con loro una torcia, erano due agenti dell’Aisi, l’Agenzia dei servizi segreti interna, e in particolare della scorta di Meloni. Del fatto, sempre in base a quanto riferisce il quotidiano, sarebbe stata informata anche la Procura della Capitale.

Il colpo di scena

Dall’indagine dei servizi, alcuni mesi dopo, si sarebbe però arrivati ad una altra conclusione: i due uomini che quella notte si sarebbero avvicinati all’auto di Giambruno sarebbero stati in realtà due ricettatori forse interessati a quanto c’era di valore in quella macchina e non agenti intenti a piazzare cimici o altro. Come scrive “Domani” è una storia che incrocia misteriosi tentativi di furto, ipotesi di spionaggio, investigazioni segrete ordinate dai vertici dell’intelligence e presunte falle nel sistema di protezione della presidente del Consiglio.

La vicenda ha influito anche sull’esito della nomina nel nuovo direttore dell’Aisi, l’agenzia d’intelligence interna. A prevalere su Giuseppe Del Deo, vicedirettore dell’agenzia e considerato vicino a Meloni e al ministro Guido Crosetto, è stato infatti Bruno Valensise.