Non siamo in Egitto, magari a Tiran nel Mar rosso, ma alle Eolie, e precisamente a Lipari. I gatti a Lipari sono ovunque, dietro ad ogni muro, ad ogni angolo, tra una pietra pomice ed un ossidiana. Li puoi trovare in campagna, tra felci e frassini, in mezzo alle piccole vigne di malvasia, o in cima al santuario di Chiesa Vecchia. Ma soprattutto sono tra le case, di Acquacalda, Canneto, Piano Conte, e soprattutto della cittadina di Lipari, tra i vicoli e i cortili, nei giardini profumati di limoni e gelsomini. Hanno pure un ospizio gattesco, in via Nuova accanto alla Kasbah, l’ottimo ristorante con giardino di Sasha Del Bono, dormono e mangiano come una comunità indipendente, aiutati da persone che se ne occupano lasciando un obolo.
I ritmi a Lipari, soprattutto d’inverno, sono lenti e pigri e loro sono i padroni di queste modalità, cacciano topini e lucertole, ma poi si sdraiano con goduria gattile al sole delle Eolie. Vivono felici, in un ecosistema più adatto a loro che agli umani che popolano queste isole soprattutto d’estate. Loro sono pazienti, poi tanto quegli scocciatori dopo tre mesi se ne vanno, e l’isola torna loro, i veri padroni del tempo lento di queste perle vulcaniche baciate dal mare. Se rinasco voglio rinascere gatto, di Lipari ovviamente.
Cosi è, se vi pare.