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Inchiesta su Toti, così il governatore chiedeva voti in cambio di favori: l’indagine

Pubblicato: 08/05/2024 07:17

Un’ordinanza di custodia cautelare lunga ben 654 pagine. Quelle che anno portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e dalle quali emergerebbe una realtà fatta di favoritismi e corruzione, con l’ombra della mafia ad aleggiare in maniera pesante. Stando a quanto emerso in queste ore, la procura di Nicola Piacente e il gip Paola Faggiani hanno investigato anche sui supermercati Esselunga, in particolare su due sedi a Sestri Ponente e Savona, coinvolgendo l’editore di Primo Canale in un’indagine per finanziamento illecito. Tra gli episodi raccontati, c’è anche la trasformazione di una spiaggia pubblica in una privata per favorire gli interessi imprenditoriali.

L’indagine su Toti è iniziata con sospetti di voto di scambio, concentrati su un gruppo di persone originarie di Riesi, in provincia di Caltanissetta, che promettevano voti al governatore in cambio di opportunità lavorative. Anche se l’accordo iniziale riguardava la candidatura di Arturo Angelo Testa, esponente di Forza Italia, alla vista di una foto compromettente, si era poi deciso di dirottare i voti sulla lista di Toti. Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, sarebbe coinvolto in queste trattative. In una conversazione, proprio Cozzani parlava con Ilaria Cavo, candidata alle elezioni e preoccupata delle richieste di favori che potrebbero derivare da una cena elettorale con i riesini. Cozzani spiegava il ruolo dell’associazione Riesini nel mondo nel convogliare i voti e il meccanismo attraverso cui ottengono posti di lavoro presso l’azienda Cospe, che lavora per Iren. Toti, durante una cena elettorale, avrebbe chiesto ai Testa di garantire voti a Ilaria Cavo.

Toti aveva poi ottenuto una vittoria schiacciante alle elezioni regionali, conquistando il 56% delle preferenze. La questione della spiaggia di Punta dell’Olmo, che doveva essere privatizzata per favorire un progetto immobiliare, era stata discussa durante un pranzo con la famiglia Spinelli.

Infine, dalle indagini emergerebbe un episodio relativo alla catena di supermercati Esselunga, dove un consigliere di amministrazione, Francesco Moncada, indicava a Renato Brunetta, allora ministro della pubblica amministrazione, che Toti era coinvolto nei negoziati riguardanti due sedi di Esselunga. Toti, in seguito, avrebbe facilitato l’arrivo di Esselunga a San Benigno.

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