Si fa sempre più serio l’allarme in Toscana per l’inquinamento ambientale provocato dai rifiuti keu, le ceneri di risulta dei rifiuti conciari, prodotte nel distretto di Santa Croce sull’Arno che, secondo l’indagine della Procura di Firenze, finivano in attività edilizie con il coinvolgimento di una azienda vicina alla ‘ndrangheta. Sono stati infatti scoperti altri siti inquinati, oltre i 13 già individuati nel 2021.
Leggi anche: Napoli, morta ricercatrice di 27 anni: investita da camion dei rifiuti mentre era in bici
“È in corso un’attività ricognitiva da parte di Arpat in stretta connessione con la Procura di Firenze. – ha rivelato nei giorni scorsi l’assessore Monia Monni, rispondendo in Consiglio regionale a un’interrogazione della Lega – Ad oggi non sono noti gli esiti di tali indagini, ma in ogni caso non è possibile rivelare dove siano gli altri potenziali siti oggetto di sopralluoghi e analisi”.
Cosa sono i rifiuti keu
Secondo quanto sta emergendo dalle indagini, sarebbero circa una sessantina i siti sotto esame degli inquirenti, in particolare della ditta di Manuel e Francesco Lerose. Gli investigatori sarebbero molto preoccupati dalle conseguenze ambientali generate dal sotterramento di rifiuti keu. A questo proposito, a Pisa la lista ‘Una Città in Comune’ ha presentato un question time. Mentre il Movimento Consumatori Toscana ha chiesto di costituirsi parte civile e ha inviato una lettera al Commissario straordinario per le bonifiche, Giuseppe Vadalà.
Da tutti questi soggetti è ritenuto assolutamente necessario rintracciare tutti i siti potenzialmente inquinati dal keu. Una sostanza che, secondo uno studio dell’Università di Pisa, “in condizioni di umidità relativa elevata e presenza di ossigeno subisce trasformazioni con produzione di cromo esavalente nella sua struttura”. Si tratta di un composto cancerogeno.
Leggi anche: Elezioni Regionali: la gestione dei rifiuti è la priorità per i cittadini del Lazio