
Matteo Pietrosanti è morto a 14 anni nel 2022 su un campo di calcio a Latina per una cardiopatia non diagnosticata. Era felice: stava giocando a pallone, era portiere da quando aveva 5 anni. È caduto all’improvviso all’indietro mentre era davanti alla porta. Ora l’indagine per la sua morte rischia di chiudersi con un’archiviazione.
La Procura nell’arco di ventisei mesi ha chiesto due volte l’archiviazione al giudice delle indagini preliminari. Per il pubblico ministero titolare dell’inchiesta non ci sarebbero responsabili della morte del ragazzo e dunque non c’è mai stato alcun nome iscritto nel registro degli indagati. I genitori del giovane sono convinti che esistano delle chiare responsabilità perché la società per la quale giocava loro figlio non ha utilizzato il defibrillatore, che c’era, ma non funzionava del tutto. Ma secondo il magistrato anche se fosse stato fatto il quattordicenne non si sarebbe comunque salvato.
Il malore che lo ha fatto crollare sul campo è delle 17,58 del 3 marzo 2022, il primo defibrillatore è stato utilizzato dai medici del 118 alle 18,19. Troppo tempo. Alle 18,50 è stata dichiarata la morte sotto gli occhi della madre.
Come riporta La Repubblica il quattordicenne era da anni un atleta, aveva sempre praticato sport e per nove è risultato idoneo all’attività agonistica durante le visite del medico sportivo. Nel 2021 la madre lo ha fatto sottoporre ad una vista cardiologica privata per una precedente malformazione cardiaca in famiglia. Un esame che però è risultato vacuo.
Per la specialista “l’esame dell’ecocardio del 27 marzo 2021 è stato eseguito in modo troppo poco descrittivo e sintetico (assente tutta la valutazione della parte destra del cuore), sebbene dal riscontro dei valori riportati si rileva una condizione di normalità per soggetto come età, sesso e praticante attività sportiva”.
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