
Matteo Salvini non ci sta: lunedì 18 maggio in Consiglio dei ministri presenterà quello che chiama «il piano salva-casa», altroché condono. Un decreto per «sanare le piccole irregolarità interne alle case degli italiani che li fanno impazzire, microproblemi che tengono in ostaggio le famiglie». Questa la carta segreta del leader della Lega a tre settimane dalle elezioni europee: regolarizzare da un giorno all’altro migliaia di travi e tramezzi, soppalchi e verande che attualmente non sono a norma. In realtà, non è un segreto: il “Capitano” va annunciando da mesi la sanatoria edilizia, una volta cavallo di battaglia di Berlusconi. Forse ora è la volta buona: i tecnici di Palazzo Chigi sono davvero al lavoro sul testo, che potrebbe essere discusso in Cdm già la prossima settimana. Tuttavia, il condizionale è d’obbligo. L’ennesimo annuncio del vicepremier e ministro delle Infrastrutture è stato accolto con un certo gelo dagli alleati.
Nessun commento dalla premier Giorgia Meloni, costretta ad annullare gli impegni di giornata per questioni familiari. Ai suoi, la leader di Fratelli d’Italia continua a ripetere: «Prima leggo il testo». Serve un via libera politico, prima ancora che tecnico, alla sanatoria proposta dalla Lega. Il discrimine è sempre lo stesso: «Non può essere un condono». Sarebbe un assist clamoroso alle opposizioni in vista del voto spartiacque in Europa, ragionano nel cerchio vicino alla premier. In questo momento Meloni predica cautela, apprezzando poco le fughe in avanti di Salvini, dettate dalla corsa elettorale e dalla necessità di guadagnare consensi dentro e fuori il centrodestra.

Sulla sanatoria come sulla riforma della separazione delle carriere, sbandierata da Forza Italia, arriverà un via libera, prima o poi. Ma «senza fretta», spiegano dal partito di via della Scrofa, «e non è detto che arrivi prima delle Europee». La premier non sottovaluta l’appetibilità elettorale del piano casa: l’epopea berlusconiana qualcosa insegna a riguardo. Per questo ieri da Palazzo Chigi hanno smentito la voce secondo cui nella prossima legge di delegazione europea il governo recepirà l’odiatissima direttiva Ue sulle Case green, contro cui l’intero centrodestra sta montando la campagna elettorale. Salvini punta molto sul piano “salva-casa”. È un’occasione ghiotta per risalire nei sondaggi con una battaglia assai popolare nell’elettorato di centrodestra – e non solo – mentre si allontanano le chance di un primo semaforo verde in Parlamento alla riforma federalista dell’autonomia. Se ne riparlerà quasi sicuramente dopo le elezioni europee: non c’è fretta, frenano ancora da Fratelli d’Italia.
Dovrebbero rientrare nel decreto anche le «difformità che potevano essere sanate all’epoca di realizzazione dell’intervento, ma non sanabili oggi a causa della disciplina della “doppia conforme” che non consente di conseguire il permesso o la segnalazione in sanatoria per moltissimi interventi, risalenti nel tempo». Insomma, piccoli ritocchi. Abusi che riguardano quasi l’80 per cento del patrimonio immobiliare italiano, stando alle stime del Consiglio nazionale degli ingegneri. Dice Salvini: «Chi si è fatto una cameretta perché gli è nato un secondo figlio deve essere messo nelle condizioni di sanare “senza impiegare 30 anni: dobbiamo fare in modo che non gli debba rompere le scatole nessuno, sana quel che c’è da sanare e basta”». E a chi gli fa notare che le opposizioni monteranno le barricate contro il nuovo “condono”, ospite di TgCom 24, il capo della Lega risponde sbuffando e alzando gli occhi al cielo: «Condono, condono, condono…».