
Il Fatto Quotidiano ha sollevato un’accesa polemica sul ritorno di Chico Forti in Italia, criticando aspramente l’accoglienza riservata al condannato da parte della premier Giorgia Meloni. Dopo anni di detenzione negli USA, Forti è arrivato ieri all’aeroporto militare di Pratica di Mare, ma l’accoglienza solenne non è passata inosservata.
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Il quotidiano diretto da Marco Travaglio evidenzia come la richiesta del Dipartimento di Giustizia americano e della Casa Bianca di evitare la spettacolarizzazione dell’arrivo sia stata completamente ignorata. Il giornale sottolinea che la premier non ha resistito alla tentazione di usare l’evento per rivendicare la credibilità internazionale dell’Italia, un obiettivo inseguito senza successo dai governi precedenti. È stato infatti proprio Giorgia Meloni a seguire personalmente la trattativa per il ritorno di Forti.
Un elemento chiave che ha permesso lo sblocco della situazione, secondo Il Fatto Quotidiano, è stato il ritiro della candidatura del governatore della Florida, Ron DeSantis, dalle primarie repubblicane. Questo cambiamento ha semplificato il percorso federale e favorito un contatto diretto con il presidente Joe Biden.

Due editoriali del Fatto Quotidiano approfondiscono ulteriormente la questione. Antonio Padellaro, direttore di Fattoquotidiano.it, confronta il caso Forti con quello di Ilaria Salis, criticando il governo italiano per la gestione dei casi. Padellaro si chiede se Meloni e il ministro della giustizia Nordio credano veramente all’innocenza di Forti e invita il governo a chiarire le basi di questo convincimento, sottolineando che Forti sarà trasferito nel carcere di Verona per continuare a scontare la pena.
La tesi di Selvaggia Lucarelli
Selvaggia Lucarelli, in un altro editoriale intitolato “L’omicida come un papa, dopo le solite balle innocentiste”, critica duramente la premier per aver accolto Forti con onori e ufficialità, mentre la stessa Meloni non avrebbe fatto nulla per fermare la crisi a Gaza. Lucarelli ricorda i dettagli cruenti dell’omicidio per cui Forti è stato condannato: nel 1998, Forti avrebbe sparato a Dale Pike con una calibro 22, cercando poi di simulare un omicidio a sfondo sessuale e mentendo ripetutamente alla polizia.
La critica si concentra sulla scelta di Meloni di accogliere Forti con tanto clamore, mettendo in discussione le priorità del governo e l’opportunità di celebrare un condannato senza una chiara dimostrazione della sua innocenza.