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Cosa ne pensa davvero la destra dell’Europa? La verità, partito per partito

Pubblicato: 22/05/2024 08:53

Esportare ai vertici dell’Unione europea l’esperienza del buon governo di destra-centro in carica in Italia. Questo, nelle annunciazioni-intenzioni, il cardine del programma comune delle forze politiche di maggioranza Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia per le elezioni europee 2024. Un’unità d’intenti che poggia su fondamenta poco solide, se si mettono sotto la lente i programmi elettorali dei partiti della coalizione.

Va ribadito che le elezioni dell’8 e 9 giugno prossimo saranno decisive per il futuro dell’Ue. Da qui sorge spontanea la domanda: come e su quali basi si orienteranno le possibili alleanze tra le forze conservatrici, per i partiti di destra-centro italiani (riuniti in tre diversi gruppi politici a Bruxelles), se dai loro programmi elettorali emergono priorità politiche talvolta in contrasto, se non in contrapposizione? Analizziamoli partito per partito, con un focus sulle incoerenze interne alla coalizione che governa in Italia. Per comprendere se, dopo lo spoglio delle europee, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega potranno rimanere uniti e coesi sugli obiettivi di governo come hanno sostenuto e sbandierato finora.

Fratelli d’Italia
Il programma di Fratelli d’Italia si concentra su lavoro e imprese, con un netto rifiuto del Green deal – le iniziative del Patto verde europeo proposte dalla Commissione per la neutralità climatica in Europa entro il 2050 – e della direttiva sulle case green, nonché del divieto dei motori a combustione interna dal 2035. FdI propone l’adozione dell’energia nucleare per l’indipendenza energetica. In economia chiede dazi contro i paesi che non rispettano gli standard sociali e ambientali. Punto nodale, una maggiore flessibilità sul Patto di stabilità, “tegola” sulla politica economica italiana visti i limiti stringenti imposti sui conti pubblici e l’alto debito accumulato. Altri punti: revisione della Politica agricola Comune (Pac); sì alla difesa comune europea, con l’allargamento dell’Ue ai paesi baltici, Ucraina, Moldavia e Georgia; lotta all’immigrazione clandestina.

Forza Italia
Nel suo programma Forza Italia (con Noi moderati) dà priorità alla difesa comune europea e alla semplificazione burocratica per favorire cittadini e imprese. Sull’ambiente punta alla modifica del Green deal e alla revisione della direttiva sulle case green; promuove le energie rinnovabili, l’efficienza energetica e lo sviluppo per l’impiego dell’idrogeno, così come per il nucleare di nuova generazione per un’autonomia energetica europea. Sul fronte economico FI punta a un debito pubblico comune, con l’unione bancaria per evitare nuove crisi finanziarie. Inoltre punta a una distribuzione più equa dei fondi della Pac e ad avere maggiori risorse per affrontare il cambiamento climatico.

Lega
La Lega si oppone fermamente al Green Deal e alla nuova direttiva sulle case green, chiedendo l’abolizione del divieto dei motori a combustione interna previsto in Europa dal 2035; l’impiego dei biocarburanti sarebbe l’alternativa. Economia: la Lega vuole una minima armonizzazione fiscale per evitare pratiche di il dumping (concorrenza sleale) interno, ma mantenendo la competenza nazionale in materia fiscale. No alla creazione di un esercito europeo, pur sostenendo investimenti in tecnologie di difesa. Altri punti fondanti: la difesa dei confini europei dall’immigrazione irregolare e la lotta agli ingressi di stranieri senza regolare permesso.

Il confronto e le incoerenze
Su ambiente ed energia, sebbene Fratelli d’Italia e Lega siano allineati nell’opposizione al Green Deal e al divieto dei motori a combustione interna (in vigore dal 2035), Forza Italia propone una modifica del piano piuttosto che il suo totale superamento; includendo il sostegno alle rinnovabili e al nucleare di nuova generazione: è un approccio più sfumato rispetto agli alleati di coalizione, che evidenzia una potenziale frattura nella visione di lungo termine sulla politica energetica europea sì, ma anche interna.

Rispetto a una Difesa militare comune per l’Europa, si registra la visione concorde di Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ma la Lega si oppone fermamente alla creazione di un esercito europeo, puntando invece sugli investimenti in tecnologie di difesa senza una struttura militare unificata. Una divergenza che potrebbe creare tensioni nella coalizione su come affrontare le questioni di sicurezza a livello europeo.

Sulle politiche economiche le tre forze politiche di destra-centro concordano sul richiedere una maggiore flessibilità sul Patto di stabilità. Tuttavia, mentre FdI e Lega sono favorevoli a misure protezionistiche – come i dazi – Forza Italia chiede con forza una più efficace lotta alla concorrenza sleale, preferendo ai dazi un supporto all’innovazione e alle riforme strutturali. Collegata all’argomento economia è la Politica agricola comune, sulla quale emergono differenze: se FdI chiede di rimuovere i vincoli che riducono le superfici coltivabili, Forza Italia punta alla distribuzione più equa dei fondi e sull’incremento delle risorse per affrontare il cambiamento climatico. La Lega pone poi più attenzione al settore della pesca, evidenziando priorità diverse rispetto al resto della coalizione.

Le conclusioni

Le differenze programmatiche tra i partiti di governo in Italia, in particolare sui temi dell’ambiente, della difesa comune e dell’economia, potrebbero portare a frizioni e difficoltà nel mantenere una linea politica coerente a livello europeo. Incoerenze che emergeranno al momento di formare le alleanze post-voto, tra i diversi gruppi politici in cui si collocano i partiti italiani (tre diversi per FdI nell’Ecr; Id per Lega; Ppe per FI). Considerato che si vota con il sistema proporzionale per eleggere i parlamentari europei, un’eventuale alleanza tra i partiti del governo Meloni non emergerà dalle schede elettorali, ma direttamente dopo in Parlamento. Per il quale i gruppi dovranno accordarsi per formare una maggioranza ed eleggere il prossimo presidente della Commissione europea (che è il “governo” dell’Ue).

Le divergenze emerse dal confronto sottolineano la difficoltà di governare insieme, sul piano nazionale, quando si affrontano temi complessi di portata continentale. In sostanza il voto europeo 2024, al di là degli slogan rivolti a ciascuno dei propri elettorati di riferimento, sarà un banco di prova cruciale per la coalizione di governo in carica in Italia. Chiamata a trovare un equilibrio tra le diverse visioni – e anime – per la politica del futuro.

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