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“Un piano segreto per il ritorno alla Lira”. Monti, la rivelazione choc nel suo nuovo libro: cosa ha scritto

Pubblicato: 24/05/2024 12:29
Monti

A pochi giorni dalle elezioni europee ecco di nuovo Mario Monti tornare sulle scene. La scusa è il suo nuovo libro, dal titolo “Demagonia”. E cosa c’è scritto dentro? Una serie di elogi dell’Europa, a volte anche contraddittori, un elogio della sottrazione della sovranità popolare e anche qualche succulento retroscena, come un piano per il ritorno alla Lira. Ma vediamo il tutto nel dettaglio grazie all’accurata analisi del libro che ha fatto Musso sul blog di Nicola Porro. Monti preme per “un’Europa forte” che “è la migliore arma di cui disponiamo”. Poveri noi, infatti. Per Monti l’Europa deve essere forte contro gli Usa, “coi quali dobbiamo avere un rapporto paritario”. Poi picchia la Gran Bretagna, “offuscata” dalla Brexit e preda di “politiche tanto spericolate quanto inconcludenti”. Perché ora l’Europa è “circondata da Putin, Erdogan, Xi Jinping e sotto la minaccia di un ritorno di Donald Trump”. Ma l’Europa per Monti deve essere forte anche contro la “crisi climatica”. Poi la stoccata alla sovranità: “Gli Stati sovrani, se vengono lasciati a sé stessi, il più delle volte si rivelano incapaci di agire per il bene comune”. Tale Europa forte, si intende, dobbiamo farla sotto i tedeschi, che però Monti riconosce come gli artefici della tremenda pressione subita dall’Italia. E qui arrivano parole forti: “Berlino gestisce una asimmetria del potere effettivo”, a beneficio degli Stati membri del Nord “intenzionati a subordinare le esigenze italiane alle loro”. E pure questo lo sapevamo. Del resto è quello che la Germania ha fatto impedendo “un rapido accordo sulla strategia per risolvere la crisi” greca. (Continua a leggere dopo la foto)
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Poi, in un passaggio davvero interessante, Monti ammette di aver sempre saputo che l’euro non poteva funzionare: negli anni ‘90 “ripetevo a tutti che sarebbe stato la ciliegina da apporre sulla torta di un’economia pienamente integrata”. Ed ammette l’esistenza di “un piano di emergenza per gestire un ritorno alla Lira, qualora la situazione insostenibile sui mercati finanziari lo avesse reso inevitabile”. Di più: quei piani li aveva pure la Francia: Sarkozy non l’avrebbe mai fatto, ma Hollande (“assieme al suo influente consigliere Emmanuel Macron”) gli disse che, nel caso fossimo tornati alla Lira, “la Francia ci avrebbe seguito”. Una grande occasione persa, visto che tutti i dati, a distanza di tanti anni, continuano a certificare il fallimento dell’Euro. E ancora: Monti attacca i proprietari di casa, i quali tutti “finiscono per investire più nel mattone che nell’istruzione e, così, causano un danno di lungo periodo alla generazione successiva”. Bastona chi vuole abbassare “la pressione fiscale”, perché così facendo priva “lo Stato di uno dei suoi strumenti più potenti”. (Continua a leggere dopo la foto)

Infine, si deduce che per Monti se le cose non sono andate definitivamente a scatafascio è solo perché il vincolo esterno non ha consentito ai governi incompetenti di disobbedire all’interesse generale. E, per rinforzare il vincolo esterno, cosa meglio del Nuovo Trattato MES? Ed ecco spiegato lo sfavore di Monti per Meloni, la quale “nel dicembre 2023 … ha spinto la sua maggioranza di centrodestra a opporsi alla ratifica del MES”. Ma pure il MES rischia di non bastare, per questo per Monti servono “vincoli esterni sempre più stringenti all’azione politica”. Insomma, i Trattati europei, “molto rigidi e limitanti”, debbano essere interpretati in modo da togliere poteri agli Stati.

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