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“Sei povera, sei infetta”, bambina di 11 anni bullizzata a scuola nel Salento

Pubblicato: 24/05/2024 18:06

Calci, pugni, umiliazioni di ogni tipo e insulti: “Sei povera, sei infetta”. Qualcuno disinfettava il banco quando si avvicinava. Un brutto episodio di bullismo ai danni di una bambina di soli 11 anni arriva da una scuola primaria di un comune in provincia di Lecce. E dopo la denuncia dei genitori è scattata l’indagine: gli inquirenti sono al lavoro per identificare il gruppetto di bulli, di cui avrebbe fatto parte anche una bambina.
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Il racconto della ragazzina


Mi chiamano povera e mi bullizzano” ha raccontato la vittima dei maltrattamenti. Ne ha dovuto parlare con una psichiatra. E questo le ha provocato serie difficoltà a proseguire gli studi. Si sentiva frustrata; non coinvolta con il resto della classe. “Ci sono bambini cattivi che a volte mi prendono in giro e uno di loro mi dà le botte”.

“Ciò che racconta è sconcertante” ha messo nero su bianco una psichiatra. Ora la giovanissima convive con una serie di problematiche. Ha una bassa autostima, una evidente chiusura sociale, difficoltà emotive, rabbia e sensazioni di impotenza, sentimenti di solitudine, difficoltà a recarsi con piacere a scuola, disturbi del sonno.

E per qualche settimana, il padre ha dovuto accompagnare e riprendere la figlia da scuola, per evitare che venisse bersagliata da altri episodi di bullismo aggravando una condizione psicofisica ritenuta “preoccupante” dagli specialisti.

La denuncia


La offendevano con epiteti irripetibili; picchiata a calci nelle gambe con tanto di lividi che la madre notava, spesso, quando la figlia rientrava da scuola. Un altro ragazzo era solito disinfettare il suo banco definendola “infetta”. Nel gruppetto di bulli ci sarebbe stata anche un’altra bambina. “Vali meno di zero” le diceva. Sono stati i genitori a comprenderne la sofferenza, nel maggio del 2023.

Non hanno perso tempo e hanno denunciato. “Nostra figlia subisce un isolamento da parte dell’intera classe nella massima indifferenza dei docenti”. Anche la posizione dei maestri è finita al vaglio degli inquirenti per comprendere se abbiano preferito non vedere. In una circostanza, ancora tutta da verificare, pare che le sia stato negato andare in bagno e che sia uscita da scuola piangendo.

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