
Arriverà a giorni l’ok di Palazzo Chigi, poi per Renato Brunetta si apriranno i cordoni della borsa per lo stipendio del suo incarico da presidente del Cnel. Anche se pensionato, l’ex ministro della Pubblica amministrazione potrà cumulare i due compensi, per la guida del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro potrà arrivare fino a 240 mila euro lordi all’anno.
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Il via libera dell’Assemblea
Ieri c’è stato il passaggio fondamentale del via libera dell’assemblea del Cnel allo schema di regolamento sui “costi di funzionamento degli organi istituzionali”. Il gancio è arrivato dal governo, con una norma inserita nel decreto Pnrr del 2 marzo: gli incarichi retribuiti possono essere affidati anche ai “soggetti lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza”. Da qui l’idea che sia stato “l’aiutino” di Giorgia Meloni per lui. Per le opposizioni è uno scambio con la bocciatura del salario minimo da parte del Cnel: la premier, infatti, è sempre stata contraria alla proposta sollecitata da Pd, M5s e AvS.
Il gancio legislativo
Articolo 10 del decreto Pnrr, ecco il gancio. In sette righe, il governo introduce una deroga a due leggi (2012 e 2019) e consente “ai fini della nomina del presidente e dei componenti del Cnel” di andare oltre i divieti. E quindi permette di affidare gli incarichi anche a “soggetti lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza”. Come Brunetta, professore universitario in pensione.
Le indennità di carica dei vicepresidenti e dei consiglieri sarebbero state fissate dall’assemblea del Cnel “in misura annua lorda pari al 20% per i vicepresidenti, e al 10% per i consiglieri” rispetto a quella del presidente. Attualmente il presidente e i consiglieri non percepiscono né indennità né compensi di alcun genere per gli incarichi che ricoprono.