
Dopo 466 giorni di detenzione, Ilaria Salis sta finalmente tornando a una parvenza di normalità, anche se il cammino è ancora lungo. Suo padre Roberto, parlando da Palermo, ha descritto le condizioni attuali della figlia, ora agli arresti domiciliari a Budapest. Ha spiegato che Ilaria è ancora molto provata e debole, probabilmente anemica, e l’alimentazione in carcere non ha certo aiutato. La famiglia mantiene un contatto costante grazie alla possibilità di comunicare in qualsiasi momento.
Leggi anche: Ilaria Salis in tribunale senza catene ma il giudice rivela l’indirizzo: la protesta del padre
Ilaria Salis: “Le catene ai piedi e alle mani in aula? È stato un inferno”
Il processo di Ilaria è stato aggiornato al 6 settembre. La famiglia sta cercando di evitare un’altra udienza a Budapest, con l’obiettivo di far trasferire il processo in Italia, dove sperano che possa essere trattato in modo più conforme alla realtà dei fatti di cui è accusata. Roberto Salis ha raccontato di aver incontrato persone indignate per la violazione dei diritti umani durante il suo giro per l’Italia in supporto alla candidatura della figlia alle elezioni europee, ma anche persone che preferirebbero che lei restasse in carcere.

Tutti ricordano l’immagine di Ilaria, la maestra antifascista di Monza, incatenata mani e piedi durante il processo a Budapest, accusata di aver partecipato a un’aggressione contro due neonazisti durante una manifestazione. La scena, con le catene ai piedi troppo corte per permetterle di camminare agevolmente, è stata devastante. Ilaria ha spiegato a un quotidiano che il rumore delle catene è ciò che l’ha turbata di più, facendola sentire come se fosse alla gogna.
L’attenzione mediatica in Ungheria è stata eccessiva, con i processi penali trasmessi ogni sera nei telegiornali. Solitamente, gli imputati chiedono che il loro volto venga sfocato, ma Ilaria ha scelto di mostrare la realtà delle catene per denunciare la situazione. Arrestata a febbraio del 2023, voleva rendere visibile la sofferenza di persone reali, con le loro storie ed emozioni, legate in quel modo disumano.