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Saman, la madre Nazia catturata in Pakistan

Pubblicato: 31/05/2024 08:21

È stata catturata Nazia, madre di Saman, la diciottenne pachistana assassinata il 1 maggio 2021 a Novellara. La donna, condannata all’ergastolo dal tribunale di Reggio Emilia, era fuggita in Pakistan insieme al marito subito dopo l’omicidio. Nonostante la fuga, il procuratore capo di Reggio Emilia, Gaetano Paci, non ha mai smesso di cercarla, mantenendo costanti contatti con l’Interpol e le autorità pakistane.
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Questa mattina, alle 7.30 ora pakistana, un’incursione della polizia del Punjab ha permesso di arrestare Nazia Shaeem. La donna comparirà ora davanti ai giudici di Islamabad per iniziare l’iter estradizionale. Per il marito, Shabbar Abbas, le procedure erano durate alcuni mesi, ma questa volta non si tratta di estradare un ricercato ancora da processare, bensì una madre già giudicata da un tribunale per l’omicidio della propria figlia.

L’omicidio di Saman Abbas è un caso che ha suscitato grande attenzione in Italia e all’estero. La giovane, diciottenne di origini pachistane, scomparve la sera del 30 aprile 2021 a Novellara, dopo aver rifiutato un matrimonio combinato organizzato dalla sua famiglia. Poco prima di sparire, Saman aveva confidato al suo fidanzato Saqib di temere per la propria vita, avendo sentito i genitori parlare di un piano per ucciderla.

Il 1° maggio, i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaeem, fuggirono in Pakistan. Le autorità italiane avviarono subito le indagini, trovando incongruenze nei racconti dei familiari rimasti in Italia. Lo zio, Danish Hasnain, e due cugini, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, furono ripresi dalle telecamere di sicurezza mentre portavano attrezzi sospetti verso i campi della zona, dove si sospettava avessero seppellito il corpo di Saman.

Il fratello minore di Saman, ascoltato in audizione protetta, rivelò che a uccidere la sorella era stato lo zio Danish, strangolandola con l’aiuto dei cugini. Questa testimonianza, insieme alle immagini delle telecamere, fu cruciale per le indagini.

Le ricerche del corpo di Saman furono intense ma infruttuose fino a quando, grazie alla collaborazione di Danish Hasnain, il luogo della sepoltura fu individuato. Le operazioni di recupero portarono alla scoperta dei resti della giovane.

Il processo si concluse nel dicembre 2023, con la condanna all’ergastolo dei genitori di Saman, mentre lo zio fu condannato a 14 anni di carcere. I due cugini furono invece assolti per mancanza di prove sufficienti.

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