
Il piccolo Elia non ce l’ha fatta. Dopo settimane di lotta in ospedale contro la rara Sindrome emolitico-uremica (Seu), il bimbo è deceduto a causa di un’infezione batterica da Escherichia coli, contratta dopo aver mangiato un formaggio a latte crudo. Il padre, Marco, ha espresso il suo dolore sui social, diventando portavoce del lutto che ha colpito familiari, amici e conoscenti vicini alla famiglia durante il lungo ricovero del piccolo e nel momento tragico della perdita.
Leggi anche: Italia, cala la mortalità ma crescono i suicidi tra i giovani: i dati Istat
«Questo stupido acronimo, Seu, ha cambiato la vita del mio piccolino, la mia, quella della mamma, dei nonni, dei fratelli, degli zii e di tutte le persone che hanno avuto la fortuna di vederlo correre nel vicolo e in passeggiata nei suoi splendidi due anni e mezzo», ha dichiarato il padre, come riportato da GenovaToday. «Non dovrà succedere mai più a nessun bambino, questa sarà la mia battaglia», ha aggiunto, mettendo in guardia gli altri genitori dai pericoli della Seu.
La malattia e il ricovero
Elia e la sua famiglia, residenti ad Arenzano, vicino Genova, erano in vacanza in montagna quando il bimbo ha consumato del formaggio a latte crudo che si è rivelato un veicolo della Seu, contratta a seguito dell’infezione batterica da Escherichia coli. Da quel momento, è iniziato il calvario per il piccolo e la sua famiglia, che sono corsi all’ospedale Gaslini di Genova non appena si sono manifestati i primi sintomi.
Da quel giorno, sono stati cinquantuno giorni di angoscia e speranza, come ricordano dolorosamente i genitori. I medici hanno tentato in tutti i modi di rianimare il piccolo, ma la rara sindrome ha continuato a peggiorare le sue condizioni fino al tragico epilogo del 21 maggio scorso.

La Sindrome emolitico-uremica
La Seu è una «malattia acuta rara che rappresenta, tuttavia, la causa più importante di insufficienza renale acuta nell’età pediatrica, in particolare nei primi anni di vita. Nella sua forma tipica (circa l’85% dei casi), la Seu è la più grave complicanza di un’infezione intestinale batterica sostenuta da ceppi di Escherichia coli produttori di una potente tossina detta Shiga-tossina o vero-citotossina. L’infezione si trasmette principalmente per via alimentare».
Questo è quanto si legge sul portale dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha messo a disposizione anche un registro per raccogliere dati sulla circolazione della Seu, così da monitorare la diffusione dell’Escherichia coli sul territorio italiano. Questo strumento è fondamentale per comprendere l’andamento della sindrome e per prevenire ulteriori tragedie come quella che ha colpito il piccolo Elia.
Un appello per la prevenzione
I genitori di Elia hanno lanciato un appello affinché vengano prese misure preventive per evitare che simili tragedie possano ripetersi. «Porteremo avanti questa battaglia, spingendo affinché venga introdotto l’obbligo di apporre etichette chiare sui latticini prodotti con latte crudo. Sulle confezioni di formaggio potrebbe esserci il simbolo di un bambino piccolo barrato, una cosa semplice e immediata», ha dichiarato la madre, evidenziando l’importanza di una maggiore consapevolezza sui rischi alimentari.