Alcune storie vanno molto al di là di ciò che raccontano. Se vogliamo fermarci per un attimo a pensare, anziché passare da una notizia all’altra come tossici dell’informazione usa e getta tipica dei nostri tempi, possiamo ragionare su noi stessi analizzando ciò che è successo a una tribu amazzonica brasiliana. La comunità Marubo, che conta circa 2.000 membri. Da quando Elon Musk ha introdotto Internet nelle loro vite attraverso i satelliti di Starlink, in questo omogeneo gruppo di persone che avevano sempre vissuto in parziale isolamento dal mondo si è verificato un cambiamento devastante. Soprattutto nei più giovani. A raccontarlo è una delle anziane del villaggio, Tsainama Marubo, a due cronisti del New York Times che per raggiungere la tribu hanno percorso 50 miglia in aperta Amazzonia. Da quando è arrivato Internet i giovani della comunità si sono spenti. “Sono tutti lì concentrati sui telefonini”, racconta Tsainama. “Sono diventati pigri. Non parlano, non lavorano, non si muovono. Sono come imbambolati. Scorrono le immagini, leggono con il traduttore, navigano ore e ore immersi in uno stato comatoso che spaventa“. (continua dopo la foto)

Dimentichiamo per un attimo che si sta parlando di una popolazione di indigeni dell’Amazzonia. Che proprio per il loro isolamento secolare rappresentano, peraltro, un “esperimento perfetto“. E pensiamo a quello che abbiamo intorno, al nostro modo di vivere, ai nostri giovani, a quello che stiamo diventando con la crescita esponenziale e inarrestabile del progresso tecnologico. Perché ciò che Internet e l’avvento improvviso della tecnologia hanno fatto a questa comunità indigena in nove mesi, da noi accade da molti anni a questa parte. E certe descrizioni ci sono molto familiari. Sono gli stessi cronisti del New York Times a testimoniarlo. “Mentre si discuteva, gli occhi si sono spostati sugli schermi. Gli adolescenti scorrevano Instagram. Un uomo mandava messaggi alla sua ragazza, altri si sono riuniti intorno a un telefono per seguire una partita di calcio mentre la leader del gruppo parlava”. Una scena che a noi sembra banale, ormai ci siamo abituati. E forse il problema è proprio questo. (continua dopo la foto)

Sono diverse le popolazioni amazzoniche che grazie (o per colpa di) Starlink hanno improvvisamente avuto accesso alla tecnologia. “Quando è arrivato (Internet, ndr) erano tutti felici”, racconta Tsainama Marubo ai giornalisti americani. “Ma ora le cose sono peggiorate“. I giovani non socializzano, non si interessano alle attività che da sempre hanno scandito la vita della comunità. “Non lavorano e non parlano più“, dice Tsainama. Descrivendo una popolazione che improvvisamente perde l’energia vitale e viene assorbita da qualcosa che la sovrasta. Un piccolo esercito di zombie schiavi dei cellulari e della tecnologia. Ma a lasciare interdetti è la conclusione dell’anziana, che dopo tutto ciò che ha raccontato, ha concluso con un eloquente: “Ma per favore non toglieteci Internet“. Perché il punto è proprio questo. I Marubo si sono resi conto dell’effetto devastante di questo “progresso”, soprattutto sui loro giovani. Ma a Internet non vogliono lo stesso rinunciare. Come a una droga che consuma lentamente e ingloba le nostre anime dentro di sé. E che non sappiamo controllare, e ci domina nel profondo.