
Nelle prime ore di oggi, le forze armate israeliane hanno annunciato la liberazione di quattro ostaggi a Gaza, tra cui Noa Argamani, Shlomi Ziv, Almog Meir Jan e Andrey Kozlov. I quattro erano stati rapiti il 7 ottobre durante l’attacco al Nova Festival, un evento musicale che si svolgeva vicino al kibbutz Re’im, nel sud di Israele. La notizia è stata accolta con sollievo dalle famiglie degli ostaggi e dalla comunità internazionale, che ha seguito con apprensione le vicende dei sequestrati negli ultimi mesi.
L’operazione
Il piano, secondo fonti dell’intelligence, è stato pianificato recentemente attraverso una serie di attacchi distribuiti in varie zone centrali della Striscia, per poi in seguito colpire con precisione nei punti in cui si pensava ci fossero gli ostaggi. Tutte le forze armate israeliane, compreso l’esercito e le unità speciali, sono state coinvolte nel depistaggio, mentre la polizia israeliana ha condotto l’azione decisiva per mantenere segreta la vera destinazione. Il blitz ha avuto come obiettivo due edifici nel mercato di Nuseirat, nel centro del campo profughi, dove vivono migliaia di civili palestinesi, molti dei quali in prossimità di miliziani di Hamas e degli ostaggi che tengono prigionieri. Questa vicinanza tra civili e miliziani rende estremamente pericoloso il bilancio di qualsiasi operazione antiterrorismo condotta in queste circostanze.
Gli ostaggi
Noa Argamani, 26 anni, era diventata un simbolo della brutalità dei rapimenti di Hamas. Il video della sua cattura, che la mostrava mentre veniva portata via dai militanti a bordo di una moto, con il volto stravolto dalla paura, aveva fatto il giro del mondo. Argamani era stata prelevata dal festival insieme a centinaia di altre persone, in un’operazione che ha visto Hamas sequestrare circa 240 persone e uccidere oltre 1.200 civili israeliani.
Durante la prigionia, Noa ha vissuto momenti drammatici e, in diverse occasioni, è stata mostrata in video propagandistici diffusi da Hamas. Le immagini la ritraevano visibilmente provata, mentre chiedeva al governo israeliano di fare tutto il possibile per riportarla a casa. La madre di Noa, Liora Argamani, affetta da un cancro in fase terminale, ha più volte lanciato appelli disperati per il rilascio della figlia, nella speranza di poterla rivedere un’ultima volta.
Shlomi Ziv, Almog Meir Jan e Andrey Kozlov, gli altri tre ostaggi liberati, erano stati anch’essi rapiti durante l’attacco al Nova Festival. Le loro storie sono altrettanto toccanti, con famiglie e amici che hanno vissuto mesi di angoscia e incertezza. La liberazione è avvenuta in seguito a un’operazione militare condotta dalle forze israeliane nella Striscia di Gaza, in un contesto di forti tensioni e intensi scontri armati.
Kozlov, 27 anni, originario di San Pietroburgo, si era trasferito in Israele solo un anno e mezzo fa e lavorava come addetto alla sicurezza dell’evento. Durante il raid di Hamas, stava scambiando messaggi con il padre, riferendogli di sentire colpi di arma da fuoco intorno a sé. A degli amici aveva mandato un messaggio drammatico dicendo di non avere un posto dove nascondersi. Anche il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, si era pronunciato a favore della sua liberazione, così come quella di altri tre ostaggi con cittadinanza russa, Aleksandr Lobanov e Aleksandr Trufanov. Kozlov era giunto in Israele con un programma di internship Masa e viveva a Rishon Lezion, vicino a Tel Aviv. La madre si è trasferita in Israele dopo il suo rapimento.
Le conseguenze
“Un’operazione complessa, progettata da diverse settimane, che si è svolta sotto un pesante fuoco nemico”. A dichiararlo è stato il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, aggiungendo che nell’azione per liberare i 4 ostaggi a Nuseirat c’è stato anche “un soldato ferito gravemente“, di cui successivamente è stata confermata la morte. “I combattenti delle unità speciali – ha proseguito – hanno operato in due edifici distinti e abbiamo utilizzato un fuoco massiccio, anche da parte di altri combattenti, inclusa la Marina, per proteggere le nostre forze”. “Gli ostaggi – ha spiegato – erano situati in un quartiere civile, sorvegliato da miliziani armati”. “Abbiamo utilizzato informazioni di intelligence molto complesse raccolte nel corso di settimane. È stato un grande puzzle. Continueremo a fare tutto il possibile – ha aggiunto – per recuperare anche gli altri ostaggi, ai quali diciamo: ‘sappiate che siamo determinati a raggiungervi'”.
Hagari, rispondendo a una domanda di una giornalista la quale chiedeva se l’esito dell’operazione possa influenzare le trattative in corso, ha risposto: “Il messaggio per Hamas è che l’Idf è determinato a recuperare gli ostaggi”. In risposta a un’altra domanda sull’eventuale uccisione del capo delle Brigate Qassam Mohammed Deif durante l’attacco, Hagari invece ha replicato: “Se fosse così, ve lo avrei riferito”.
Stando a quanto riportato dal Times of Israel — riprendendo le dichiarazioni rilasciate da un funzionario sanitario dell’enclave gestita da Hamas a Reuters — sarebbero almeno 50 i palestinesi uccisi negli attacchi israeliani su Nuseirat e in altre aree del centro di Gaza durante il salvataggio dei quattro ostaggi israeliani
Nel frattempo il ministro del Gabinetto di guerra e leader centrista, Benny Gantz, ha annullato la conferenza stampa prevista per questa sera riguardante l’ultimatum dato al premier Benyamin Netanyahu per un cambiamento nella politica di guerra a Gaza, minacciando altrimenti di uscire dal governo. La cancellazione è stata comunicata poco dopo la notizia della liberazione di quattro ostaggi israeliani a Gaza da parte dell’Idf.
Quel tragico giorno
Il 7 ottobre 2023, il festival musicale Nova si trasformò in un incubo quando Hamas lanciò un attacco a sorpresa, penetrando oltre il confine con Israele. Centinaia di partecipanti al festival furono catturati o uccisi, e la comunità internazionale assistette impotente all’escalation della violenza. Le forze israeliane, colte di sorpresa, impiegarono giorni per riprendere il controllo della situazione, mentre le notizie sui rapimenti e le atrocità commesse dagli aggressori si diffondevano rapidamente.