
Elon Musk ha lanciato un allarme senza mezzi termini: «Se Apple integra OpenAI a livello di OS, il suo sistema operativo, allora i dispositivi di Apple saranno vietati nelle mie aziende. Questa è un’inaccettabile violazione di sicurezza». Le parole di Musk arrivano come un fulmine a ciel sereno, proprio dopo l’annuncio della partnership tra Apple e OpenAI. Ma Musk non si è fermato qui. Ha rincarato la dose con un secondo intervento ancora più acceso: «È assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la sua intelligenza artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAI protegga la vostra sicurezza e privacy. Apple non ha idea di cosa accadrà una volta che i dati sono nelle mani di OpenAI».
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Le dichiarazioni di Musk hanno subito fatto il giro del mondo, sollevando un polverone tra esperti di tecnologia e utenti preoccupati per le implicazioni sulla sicurezza e la privacy. Non è la prima volta che il magnate si scaglia contro le grandi compagnie tecnologiche, ma questa volta il bersaglio è niente meno che il colosso di Cupertino.

In un contesto dove la protezione dei dati personali è sempre più cruciale, le parole di Musk fanno eco a un sentimento diffuso tra chi teme che l’integrazione di sistemi AI possa aprire porte indesiderate alle informazioni più sensibili degli utenti. Resta da vedere come Apple risponderà a queste accuse e se la collaborazione con OpenAI subirà modifiche in seguito a queste preoccupazioni.
Intanto, il dibattito è aperto e le reazioni non si fanno attendere. Apple dovrà fare i conti non solo con il parere di Musk, ma anche con quello dei suoi milioni di utenti che ora, più che mai, esigono chiarezza e trasparenza sulle scelte tecnologiche della mela morsicata.