
Alla fine è stato Zlatan Ibrahimovic a fare chiarezza su quanto sta accadendo in casa Milan, dopo tanti giorni di voci e smentite vere o presunte. Annunciando il nuovo allenatore del club rossonero: “Il prossimo tecnico sarà Paulo Fonseca. Lo abbiamo scelto per la sua identità offensiva. Dopo cinque anni, volevamo dare ai giocatori qualcosa di nuovo. Abbiamo studiato come allena e come prepara le gare. E vogliamo qualcosa di diverso anche a San Siro. Fonseca è l’uomo giusto”.
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Durante un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Ibra ha poi toccato vari temi: “Dopo sei mesi, ho già i capelli grigi – ha scherzato all’inizio, prima di una ventina di domande dei giornalisti -, io e Gerry parliamo la stessa lingua e siamo due vincenti. Vogliamo creare un progetto simile. Quando abbiamo parlato, gli ho detto che sono l’uomo perfetto. Sono operative partner di RedBird. La mia responsabilità è il Milan. Non sono un one man show. Dal 2011 al 2023 c’è stato un periodo in cui il Milan non è stato il Milan, ora è tornato al top e puntiamo ai trofei. Dobbiamo giocare ogni anno per vincere. Noi facciamo la storia. Chi non ha questi obiettivi, allora non avrà spazio. Nessuno ha detto che noi siamo soddisfatti, vogliamo sempre di più. Non abbiamo limiti”.

Capitolo punta. Ibra ha parlato così di Joshua Zirkzee: “Sarà un mercato di dettagli, di ruoli, e uno di questi è il numero 9. Zirkzee è forte, ha fatto una grande annata, poi c’è differenza tra la voce che gira e la realtà. La scuola olandese, che poi è quella che ho fatto io, è buona, ma non amo fare paragoni. Io ero Ibra, lui è Zirkzee. C’è una lista. Non ne puntiamo solo uno, dobbiamo capire cos’è meglio per il club. Se sa giocare sotto pressione. A San Siro ci sono settantamila persone. Ci sono tante persone”. La parola chiave è storia. “Il Milan gioca per questo. Nella mia mentalità non esiste l’obiettivo di entrare solo tra i primi quattro. Ogni cosa che facciamo è per puntare alla vetta e vincere trofei. Il ventesimo scudetto con l’Inter non mi ha fatto soffrire, io non so soffro mai. Semmai mi carica e mi dà la voglia di fare ancora di più. Un perdente guarda altri club, mai in casa sua. Non siamo così. Ricordatevi sempre che parlate con un vincente. Vogliamo anche far bene con il progetto dell’Under 23, che sarà molto importante. Vogliamo collegare i giovani con la prima squadra”.