
Torna l’emergenza scarlattina anche in Italia. Secondo i medici, in questa stagione si sta diffondendo nel nostro Paese una forma di questa malattia che può essere anche “cattiva”. Per questo gli esperti consigliano a bambini e ragazzi, ora che le scuole sono chiuse, di fare attenzione anche ai campi estivi, dove i contatti tra loro sono più stretti.
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Il pediatra spiega perché la scarlattina può essere pericolosa
Stiamo registrando molti casi di streptococco. – spiega ad Adnkronos Salute Lamberto Reggiani, coordinatore della diagnostica ambulatoriale della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri – Ma non c’è una differenza sostanziale rispetto agli anni passati. Vediamo invece una scarlattina molto ‘cattiva’. Una malattia esantematica contagiosa di cui è responsabile uno streptococco particolare (Beta emolitico di gruppo A), con un’incidenza alta soprattutto nei bambini. Diciamo che in questo periodo il 40-50% dei bimbi colpiti ha come indicazione l’antibiotico quando normalmente siamo sul 20-30%”.

“Lo streptococco può dare in alcuni casi delle complicazioni che possono essere anche gravi, reumatismo articolare e ascessi delle tonsille. – puntualizza ancora il medico – In teoria si guarirebbe dopo pochi giorni, ma credo che oggi non valga la pena correre il rischio di complicazioni serie. Calcolando che nella fascia 0-3 anni è difficile che il batterio possa dare grandi problemi, mentre è tra i più grandi (3-14) che può essere più cattivo”.
Le linee guida per lo streptococco
“L’infezione da streptococco non è clima-dipendente, quindi qualche caso o piccoli focolai continueranno ad esserci anche in estate, visto che chiuse le scuole, ora partono i campi estivi dove, seppur all’aperto, c’è comunque la presenza di tanti piccoli insieme. Quello che occorre fare a livello di medicina del territorio è intercettare subito i casi di streptococco suggerendo il tampone con il test antigenico rapido, una volta che ho stabilito la presenza del batterio si procede con la terapia.
Nel caso dell’Emilia-Romagna, dove lavoro, abbiamo delle linee guida molto precise per lo streptococco che danno un punteggio in base al quadro clinico e poi si valuta la terapia antibiotica. Ad esempio, se ho una gola infiammata, si assegna un punto; se non ho la tosse – in genere lo streptococco non la porta – ho un altro punto; con una scala da 0 a 5 e sulla base di questo punteggio si procede con la terapia della faringotonsillite streptococcica con l’antibiotico raccomandato: l’amoxicillina”, conclude Reggiani.