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La furia di Giorgia contro Macron e Scholz: “Mi vendicherò”

Pubblicato: 17/06/2024 06:31

Tra le soleggiate colline pugliesi e l’ambiente rilassato della piscina di Borgo Egnazia, la quiete del fine settimana è stata scossa da un’esplosione di indignazione politica. Giorgia Meloni, nel bel mezzo di una pausa tra il G7 e la conferenza di pace di Lucerna, si è lasciata andare a un acceso sfogo contro i suoi colleghi europei, in particolare Olaf Scholz ed Emmanuel Macron.

Se pensano di isolarmi, sbagliano di grosso,” ha tuonato Meloni, visibilmente contrariata dalle recenti dichiarazioni del cancelliere tedesco. Scholz l’ha descritta come un’esponente dell’estrema destra, relegandola, almeno nelle sue parole, ai margini delle alleanze europee. Un attacco frontale che ha irritato profondamente la premier italiana, già colpita dal fatto che il leader tedesco non abbia nemmeno aspettato di tornare in patria per esprimere il suo giudizio.

La tensione era palpabile mentre Meloni, circondata dai suoi collaboratori, meditava sulla risposta da dare a Bruxelles. Non è solo Scholz a trovarsi nel mirino della premier: anche Emmanuel Macron ha fatto la sua parte, mantenendo una chiara distanza dalla leader italiana sui temi dei diritti durante il vertice, cercando di isolarla ulteriormente. Meloni ha visto in questa mossa non solo una strategia politica, ma un tentativo concertato di relegare l’Italia a un ruolo secondario nello scacchiere europeo.

La premier non intende subire passivamente queste manovre. Durante una conversazione con il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, Meloni ha messo in chiaro che la riconferma di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione Europea non è affatto certa senza i voti del suo partito, Fratelli d’Italia. La situazione politica europea è in bilico, e Meloni sa di avere in mano alcune carte da giocare.

Di fronte a lei si apre un bivio cruciale. Da un lato, potrebbe cercare di integrarsi in una coalizione a favore di von der Leyen, in cambio di posizioni di rilievo per l’Italia. Dall’altro, potrebbe optare per una strada più rischiosa, abbracciando un approccio sovranista e sfidando apertamente Bruxelles e Washington. La decisione non è facile: Meloni deve valutare se opporsi apertamente, rallentando un eventuale accordo sulla riconferma di von der Leyen, oppure cedere e ottenere concessioni significative per l’Italia.

La strategia ideale per Meloni sarebbe quella di guadagnare tempo, sperando che le elezioni legislative francesi possano indebolire ulteriormente Macron, permettendole di giocare una partita diversa per la guida della Commissione. Se Macron dovesse uscire vincitore dalle elezioni, Meloni potrebbe comunque cercare di negoziare un buon portafoglio per l’Italia. In cima alla sua lista dei desideri c’è l’Alto commissariato per la politica estera, un ruolo attualmente ambito dai liberali. In alternativa, Meloni vorrebbe creare un commissariato specifico per i flussi migratori, affidandolo a Elisabetta Belloni, la quale ha già dimostrato le sue capacità gestendo il G7 come sherpa.

Se queste opzioni non fossero percorribili, la premier potrebbe ripiegare sugli Affari interni o su un commissariato influente nel campo economico, magari affidandolo a Raffaele Fitto, anche se la sua presenza in Italia è cruciale per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Un’altra possibilità è quella del mercato interno, dove nomi come Daniele Franco e Roberto Cingolani potrebbero essere in lizza.

La posta in gioco è alta e Meloni sa che non può concedere il proprio sostegno a Ursula von der Leyen senza ottenere in cambio vantaggi significativi per l’Italia. La partita è appena iniziata e, tra le tensioni e le alleanze in divenire, la premier è determinata a far valere il peso politico del suo paese. La vendetta di Meloni contro chi tenta di isolarla potrebbe essere più vicina di quanto si pensi.

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Ultimo Aggiornamento: 17/06/2024 06:33

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