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Mercati da incubo per l’Italia: banche e Bce scaricano i Btp

Pubblicato: 17/06/2024 10:12

Con l’avvicinarsi dei prossimi sei mesi, l’Italia si trova di fronte alla necessità di emettere circa 350 miliardi di euro in Buoni del Tesoro Poliennali (BTP) e altri strumenti finanziari. Questa ingente quantità di debito arriva in un momento in cui l’ombra dei debiti sovrani si fa nuovamente minacciosa, alimentando timori su chi potrebbe acquistare tali titoli in un contesto di crescente volatilità e incertezza economica.

Le banche centrali, che hanno accumulato enormi quantità di titoli di stato durante la pandemia per sostenere i mercati, stanno ora riducendo i loro bilanci. Anche le banche commerciali, sotto pressione per gestire meglio i rischi di mercato, stanno tagliando i loro portafogli di titoli di stato, riducendo così la loro esposizione al debito sovrano italiano. Negli ultimi due anni, queste istituzioni hanno già ridotto le loro partecipazioni di oltre 80 miliardi di euro, rendendo la loro presenza nel mercato dei titoli di stato meno pronunciata.

I risparmiatori italiani sono tornati a investire in titoli del Tesoro, attratti dai rendimenti che ora si aggirano intorno al 4%. Tuttavia, il loro contributo, sebbene significativo, non è sufficiente a compensare la ritirata delle banche, che detengono il 46% del debito italiano. Per coprire l’enorme fabbisogno finanziario, l’Italia ha quindi bisogno di attrarre investitori esteri, che detengono circa il 30% del debito italiano. Questi investitori, però, sono notoriamente cauti e pronti a ritirarsi rapidamente se percepiscono instabilità o rischi aumentati.

Questo scenario potrebbe peggiorare se, nelle prossime settimane, la situazione non si stabilizza o se le elezioni in Francia portano a combinazioni politiche che i mercati non vedono di buon occhio. In tal caso, la Banca Centrale Europea (BCE) potrebbe dover intervenire, non attraverso il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP), che sta già riducendo il suo impatto sul mercato, ma utilizzando il Transmission Protection Instrument (TPI). Il TPI, uno strumento creato per difendere i paesi più fragili dagli attacchi speculativi, prevede però condizioni rigorose. I governi beneficiari devono rispettare le regole di bilancio, evitare squilibri macroeconomici significativi, mantenere la sostenibilità del debito e seguire politiche fiscali in linea con le intese del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e le raccomandazioni della Commissione Europea.

La possibilità che l’Italia e la Francia possano essere coinvolte in nuove procedure di infrazione per eccesso di deficit rende il quadro ancora più complicato. La Commissione Europea, attualmente in uscita, potrebbe spingere per misure di austerità, mettendo i governi nazionali di fronte a decisioni difficili. Se i governi non dovessero aderire alle raccomandazioni comunitarie, l’attivazione del TPI da parte della BCE potrebbe non essere una soluzione praticabile, lasciando l’Italia in una posizione vulnerabile.

In questo contesto di incertezza, gli investitori adottano una strategia prudente, riducendo i rischi e vendendo titoli a breve termine, come quelli biennali. Lo spread sui titoli biennali italiani, greci e portoghesi è salito significativamente dopo le elezioni europee, raggiungendo livelli massimi da sette mesi. Questo riflette una fuga dai rischi da parte delle banche e degli operatori di mercato, che cercano di aumentare la loro sicurezza finanziaria puntando su titoli più remunerativi e meno rischiosi, come il debito tedesco o austriaco.

L’analisi della Federazione Autonoma Bancari Italiani (FABI) evidenzia che le banche europee stanno già limitando il loro sostegno alle emissioni governative. I dati di Bankitalia mostrano un calo dei BTP e dei BOT detenuti dalle banche, passati da un picco di 712 miliardi di euro nel giugno 2022 a 632 miliardi nel marzo 2024. Anche la BCE ha ridotto la sua esposizione, e le dinamiche di mercato indicano che i fondi e gli assicuratori italiani stanno seguendo lo stesso trend.

D’altra parte, c’è stato un aumento della quota di debito detenuta dai risparmiatori italiani, che è passata dal 9% al 14,1% del totale in quattro anni, aggiungendo 176 miliardi di euro al monte complessivo. Tuttavia, senza il supporto degli investitori esteri, che detengono circa 830 miliardi di euro del debito italiano, il paese potrebbe trovarsi in difficoltà nel coprire il fabbisogno finanziario.

La possibilità di dover negoziare il sostegno del TPI con la BCE e l’Unione Europea rappresenta una sfida significativa per il governo italiano, guidato da Giorgia Meloni. Se le condizioni economiche peggiorano ulteriormente, già durante l’estate l’Italia potrebbe trovarsi costretta a fare i conti con questa complessa situazione finanziaria, cercando di bilanciare le esigenze di stabilità interna con le aspettative dei mercati internazionali.

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Ultimo Aggiornamento: 17/06/2024 12:09

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