
Il Giappone sta affrontando un allarmante aumento di casi di un’infezione batterica rara e letale. Fino al 2 giugno, il Ministero della Salute giapponese ha registrato 977 casi di sindrome da shock tossico streptococcico, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 30%. Nei primi tre mesi dell’anno, questa infezione ha causato la morte di 77 persone.
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Gli esperti suggeriscono che l’aumento significativo dei casi potrebbe essere collegato a un sistema immunitario indebolito in molte persone a seguito della pandemia di COVID-19. La sindrome da shock tossico streptococcico è una delle infezioni più rare e aggressive causate dallo streptococco di tipo A. Questa condizione può deteriorarsi rapidamente, spesso in un arco di 24-48 ore, e presentare sintomi come febbre alta, bassa pressione sanguigna, battito cardiaco accelerato, respirazione rapida, insufficienza multiorgano e, nei casi più gravi, portare alla morte.
Perché viene chiamata “malattia carnivora”
Tra i sintomi si possono riscontrare anche eruzioni cutanee, che talvolta si trasformano in infezioni necrotizzanti, conosciute anche come “malattia carnivora”. Il rapido peggioramento della sindrome e la gravità dei suoi sintomi la rendono una minaccia significativa per la salute pubblica. La comunità medica sta monitorando attentamente la situazione, cercando di comprendere meglio le cause di questo aumento e sviluppando strategie per contenere la diffusione dell’infezione.
L’ipotesi che il sistema immunitario compromesso dopo il COVID-19 possa giocare un ruolo è al centro delle ricerche in corso. La situazione attuale richiede una maggiore consapevolezza e attenzione da parte sia dei cittadini che dei professionisti sanitari. È fondamentale riconoscere tempestivamente i sintomi e intervenire rapidamente per aumentare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti colpiti da questa grave infezione.
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