
In periodi di particolare stress e difficoltà, la tristezza può diventare talmente opprimente da influire negativamente sull’energia e sulla produttività. Spesso, ci si ritrova costretti a recarsi al lavoro nonostante il forte desiderio di rimanere a letto, risultando comunque poco efficienti. In risposta a questa problematica, in Cina è stata introdotta un’innovativa soluzione: il “congedo di infelicità”. Questa misura mira a migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e personale, consentendo ai dipendenti di prendersi del tempo libero quando si sentono tristi.
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Il fondatore e presidente della catena di vendita al dettaglio Pang Dong Lai, Yu Donglai, è stato il pioniere di questa iniziativa nella provincia di Henan. Nella sua azienda, i dipendenti possono usufruire fino a 10 giorni di congedo all’anno per motivi di tristezza, con l’obiettivo di ridurre lo stress e migliorare la qualità della loro vita. Contrariamente alla cultura cinese iper-produttiva, il personale della sua impresa lavora solo 7 ore al giorno, gode di weekend liberi e beneficia di vari vantaggi, tra cui 5 giorni di ferie durante il Capodanno lunare.
Boom sui social per il congedo di infelicità
Questa iniziativa ha ricevuto un ampio sostegno sui social media, poiché risponde alla crescente necessità di un miglior bilanciamento tra lavoro e vita privata. La possibilità di prendersi del tempo per affrontare periodi di tristezza è vista come un importante passo avanti per il benessere dei lavoratori. In Italia, la situazione è diversa: solo i lavoratori con una diagnosi certificata di depressione possono ottenere un congedo retribuito, poiché la depressione è riconosciuta legalmente come una condizione invalidante. Questa misura garantisce un sostegno economico ai lavoratori durante il periodo di cura, ma non copre i casi di tristezza non patologica, che possono comunque avere un impatto significativo sulla produttività e sul benessere personale.
La differenza tra le due approcci mette in evidenza l’importanza di considerare il benessere mentale in tutte le sue forme e di trovare soluzioni che permettano ai lavoratori di prendersi cura di sé stessi senza dover necessariamente ricorrere a diagnosi mediche. L’iniziativa del “congedo di infelicità” in Cina rappresenta un interessante modello che potrebbe essere adattato e implementato in altre culture per migliorare la qualità della vita dei lavoratori e promuovere un ambiente di lavoro più sano e sostenibile.