
Stanno suscitando non poche polemiche le nuove assunzioni in Rai. È il caso di Matteo Tarquini, “figlio di”, che ha ottenuto un inquadramento di livello 1, in pratica un funzionario, che per la specifica mansione se si è dentro la Rai bisogna lavorarci per ben vent’anni. Il caso di Matteo Tarquini è emblematico, ma non isolato. Anche altre figure, come Ferdinando Colloca, sono state assunte in circostanze simili, sollevando dubbi su eventuali favoritismi e legami politici.
Roberto Sergio, l’amministratore delegato della Rai coinvolto nella vicenda, ha dichiarato di aver avviato un audit per tutelare l’azienda e il suo ruolo. L’assunzione di Matteo Tarquini, figlio di Giovanni Tarquini, grazie alla selezione gestita dalla società di intermediazione Adecco, ha suscitato polemiche e lamentele da parte dei sindacati interni della Rai. Questi lamentano che le assunzioni siano avvenute bypassando i criteri di trasparenza e meritocrazia, preferendo invece metodi di selezione influenzati da raccomandazioni e legami personali.
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Anche altre figure, come Ferdinando Colloca, sono state assunte in circostanze simili, sollevando dubbi su eventuali favoritismi e legami politici. Colloca è stato esponente di Casapound ad Ostia, candidato alle regionali, legato per motivi di affari alla famiglia Spada ed è anche fratello di un esponente di Fratelli d’Italia e poi Lega, Salvatore, che è programmista regista in Rai; e di Gaetano, anche lui dipendente Rai nell’area digital.
Va detto che a ottobre 2023 la Direzione Risorse Umane e Organizzazione, “a fronte dell’esigenza manifestata dalla direzione radio di individuare 5 programmisti multimediali, da inserire nel proprio organico e in quello dei canali radiofonici” si era detta “disponibile a valutare eventuali candidature – previa necessaria informativa al proprio dirigente responsabile – di dipendenti del gruppo Rai con contratto a tempo indeterminato”. Ma il bando interno non era andato a buon fine «perché estremamente specifico e illogico», spiega una fonte interna.
Vittorio Di Trapani, presidente del sindacato dei giornalisti Fnsi e già alla guida di Usigrai, ha commentato così su X: “Dopo anni di concorsi, selezioni pubbliche e stabilizzazioni dei precari in Rai si torna a metodi della vecchia politica: assunzioni per amici e parenti. Il trucco è in una modifica al piano anticorruzione che infatti Usigrai contestò”.