
Processo in corso a Luciano Spalletti dopo la figuraccia rimediata dalla Nazionale italiana di calcio ai campionati Europei in corso di svolgimento in Germania. Dal coro delle critiche non si sottrae nemmeno il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che nel corso di una lunga intervista al Corriere della Sera, ne ha sia per il tecnico toscano che per il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
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Lo sfogo durissimo di Malagò
“Davanti alla disfatta con la Svizzera ho pensato di essere in una puntata di ‘Scherzi a parte’. – si sfoga Malagò sul Corriere – Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio. In sport individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema fisico o mentale, abbia una pessima prestazione. Ma in uno sport di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni su undici, la scena mi è sembrata inverosimile”.
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“I giocatori in campo hanno trasmesso la sensazione di frustrazione e umiliazione. – affonda ancora il colpo Giovanni Malagò – Sembrava che neanche se ne accorgessero, perché in genere se sei in difficoltà magari ti fai prendere dalla foga agonistica, invece erano proprio amorfi. Non hanno mai dato l’impressione di metterci anima e cuore. Responsabilità di Spalletti? Certo, del resto è stato onesto nell’ammettere di aver sbagliato e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello dell’allenatore. Che peccato: dopo il gol di Zaccagni alla Croazia al 98esimo e quell’autostrada nella parte buona del tabellone pareva che fossimo nella migliore situazione possibile”
Spalletti e Gravina
“Chi ora invoca le dimissioni, dimentica che lo scorso anno riteneva Spalletti il miglior tecnico a disposizione: consideriamo pure che dopo la parentesi di Napoli avrebbe avuto occasioni dal punto di vista economico più allettanti. Ma se ora Luciano dice di essere pronto a rimettersi in gioco per dimostrare di poter ottenere risultati migliori, chi dovrebbe prendere la decisione di sostituirlo? Forse i vertici federali che sono i primi a essere messi in discussione?”, si domanda polemicamente.
Il numero uno del Coni conclude poi l’intervista riferendo di aver parlato con il presidente della Figc, Gabriele Gravina: “Mi sono permesso di dirgli che non avrebbe potuto dilatare nel tempo questa situazione: l’aria si è fatta irrespirabile. Prima di questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi chiede le dimissioni deve sapere che, quando un presidente lascia, decade il Consiglio che, in attesa di nuove elezioni entro novanta giorni, esercita le funzioni di ordinaria amministrazione. Chi arriverà si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni”.