
La morte di Alex Marangon, un giovane di 25 anni originario di Marcon (Venezia), ha suscitato grande sgomento a causa delle circostanze misteriose che circondano il tragico evento. Scomparso il 30 giugno, il suo corpo è stato ritrovato senza vita due giorni dopo su un isolotto nel Piave a Ciano del Montello. Le indagini preliminari suggeriscono che un decotto psichedelico a base di ayahuasca, preparato con diverse piante amazzoniche, potrebbe essere stato la causa della sua morte.
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L’ayahuasca è una bevanda tradizionale utilizzata in alcuni rituali sciamanici in Amazzonia e ha effetti allucinogeni e psicotropi. È composta principalmente dalla combinazione di due piante: la Banisteriopsis caapi, un rampicante che contiene alcaloidi come l’armalina, e la Psychotria viridis (o altre piante contenenti DMT, una potente sostanza psichedelica). Questi componenti interagiscono per produrre un effetto psichedelico profondo che può durare diverse ore. Marangon aveva partecipato a un raduno musicale e spirituale all’abbazia Santa Bona di Vidor (Treviso), un evento privato organizzato da una coppia di musicisti. La festa, chiamata “Sol de Putumayo”, era incentrata sulle tradizioni sciamaniche amazzoniche.
Il rito sciamanico e il decotto psichedelico
L’evento al quale Alex Marangon ha partecipato era quindi un raduno di natura spirituale organizzato da Andrea Zuin, noto anche come ZuMusic Project. Zuin è descritto come musicista, ricercatore musicale, narratore ed esploratore del suono, con una formazione accademica in musicologia e specializzazione nell’HandPan. Utilizza la musica come strumento per connettersi con le persone e esplorare diverse culture attraverso il suono. Il costo per i partecipanti variava dai 200 ai 400 euro. Alex aveva l’asma e pare cercasse una “medicina alternativa” per curare questo problema. Gli amici di Alex hanno smentito fermamente la pista di una setta satanica, chiarificando che l’evento era centrato sulla pratica meditativa e sulla musica curativa. Alex sembrava essere un assiduo partecipante agli eventi organizzati da Zuin, il quale due settimane prima della tragedia aveva tenuto un evento di musica curativa presso l’Abbazia, il luogo dove Alex è stato successivamente trovato senza vita.
Cos’è il Kambo
Secondo quanto ricostruito dai genitori, Alex tra le 3 di notte e le 6 del mattino, si sarebbe allontanato dal luogo della cerimonia e in poco tempo sarebbe sparito nel nulla. Nel corso dell’ultima puntata di Chi l’ha visto? è stato riferito che durante la due giorni in abbazia il 25 avrebbe potuto assumere l’ayahuasca, sostanza vietata in Italia e con effetti simili a quelli dell’Lsd. Ma non solo: forse è stata effettuata anche un’altra pratica, un antico rituale amazzonico: il Kambo. Ossia la bruciatura di una gamba o un braccio in diversi punti, a formare una sorta di disegno, da parte dello sciamano, che poi applica sulle ferite la secrezione cutanea della rana foglia gigante amazzonica, che si sostiene possa guarire e purificare il corpo. Tra gli effetti collaterali ci sono però vomito, diarrea, edema, tachicardia e, nei casi di intossicazione, danni al pancreas e al fegato, rottura esofagea e convulsioni, in alcuni casi portando alla morte.
Attesa per l’autopsia
Ma cosa sia successo veramente ad Alex, ad oggi, resta un mistero. Il giallo si infittisce ancora di più dopo le parole del procuratore di Treviso, Marco Martani: «Allo stato non ci sono evidenti segni di annegamento, e nemmeno di morte violenta. Decisivi saranno i risultati dell’autopsia». Per fare chiarezza il pm Giovanni Valmassoi, titolare dell’inchiesta, ha aperto un fascicolo per morte in seguito ad altro reato, per il momento senza iscrivere alcun indagato. Il magistrato ha conferito l’incarico all’anatomopatologo Alberto Furlanetto che effettuerà l’esame autoptico sul corpo con particolare attenzione alla presenza d’acqua nei polmoni per escludere o meno l’annegamento come causa o concausa del decesso. Ma soprattutto dovrà raccogliere materiale biologico per i test tossicologici volti a stabilire la presenza o meno e se fatale di droghe o alcol o ancora del decotto ayahuasca e le radici utilizzate per la presunta mistura. Il corpo di Marangon è stato ritrovato con segni di contusioni, un’ecchimosi al volto e all’addome, e una ferita sul fianco, probabilmente dovuta al morso di un animale. Questi segni sono compatibili con l’urto contro rocce e rovi, suggerendo che il giovane possa essere stato trascinato dalla corrente del fiume.