
Una controversia accesa ha infiammato i social, mettendo di fronte due personalità diametralmente opposte: il noto virologo Roberto Burioni e Thomas Ghidotti, padre di Nicola, un bambino di soli 4 anni attualmente ricoverato in terapia sub-intensiva a causa di complicazioni legate alla varicella.
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Le condizioni del piccolo Nicola
Nicola non era stato vaccinato contro la varicella, a causa delle convinzioni di suo padre, Thomas, definito un “free-vax” per la sua opposizione ai vaccini, attribuendo l’encefalopatia del figlio alla vaccinazione esavalente ricevuta nei primi mesi di vita. Questa posizione ha reso Ghidotti un attivista contro le vaccinazioni, nonostante le raccomandazioni mediche.
Il caso ha attirato l’attenzione di Burioni, il quale su Facebook ha espresso non solo solidarietà per la situazione difficile di Nicola, ma anche una ferma critica verso le decisioni di Ghidotti, definendole “ideologiche” e pericolose per la salute del bambino. “Con la salute non si scherza”, ha sottolineato il virologo, evidenziando le gravi conseguenze che possono derivare da scelte non basate sulla scienza.

Dopo giorni di apprensione, le condizioni di Nicola sembrano migliorare, con la possibilità di lasciare la terapia sub-intensiva per continuare le terapie necessarie nel reparto. Burioni ha accolto con gioia questa notizia, ma ha continuato a esortare Ghidotti a riconsiderare la sua posizione sui vaccini. “Con la varicella è andata così, ma altre malattie possono essere ancora più pericolose”, ha avvertito il virologo.
Il botta e risposta
La risposta di Ghidotti non si è fatta attendere, ironizzando sulle parole di Burioni e definendolo “portavoce degli ipocriti”. Con sarcasmo, Ghidotti ha annunciato di essere stato contattato per interpretare il ruolo di un “Novax pentito” in una campagna vaccinale sponsorizzata, donando il ricavato alla formazione dei medici. Una provocazione che Burioni ha respinto con fermezza, ribadendo la centralità del benessere di Nicola rispetto alle polemiche sui social.
Il dibattito ha infine sollevato questioni più profonde sulla protezione dei bambini vulnerabili come Nicola, lasciati spesso in balia di controversie ideologiche e burocrazie statali. Burioni, nel concludere uno dei suoi interventi, ha esortato tutti a riflettere sulle priorità sociali del 2024, evidenziando la necessità di difendere i diritti dei bambini gravemente malati e vulnerabili, in un contesto dove altre lotte sociali sembrano sovrastare tale urgente necessità. La vicenda di Nicola continua a suscitare emozioni contrastanti e riflessioni sulla responsabilità individuale e collettiva nella tutela della salute pubblica, rimanendo un monito su cui riflettere per molti.