
Due condanne a 12 anni e 5 mesi e 13 anni e 4 mesi: è la pena inflitta dal giudice del tribunale di Napoli Nord al 19enne Giuseppe Varriale e al 20enne Pasquale Mosca, i due maggiorenni imputati per gli stupri ai danni di due cuginette di 12 e 10 anni a Caivano. La Procura di Napoli Nord aveva chiesto per i due imputati 11 anni e 4 mesi e 12 anni di reclusione. La sentenza, la prima su questa vicenda, è stata emessa al termine di una camera di consiglio di alcune ore.
Leggi anche: Due studentesse americane violentate in centro: fermati due giovani
Pene tra 9 e 10 anni e otto mesi di reclusione (pene ridotte di un terzo in considerazione del rito) sono invece state chieste dal pm Claudia De Luca nel corso del processo con il rito abbreviato a Napoli davanti al giudice del tribunale per i minorenni di Napoli Anita Polito. L’udienza riguarda tre dei sette minorenni ritenuti coinvolti negli abusi. Le richieste riguardano, in particolare due ragazzi 16enni e un 18enne, tutti minorenni all’epoca dei fatti. Il sostituto procuratore ha anche chiesto che non vengano concesse le attenuanti generiche ai tre giovanissimi imputati.
Sono “contenti” i genitori della più piccola delle vittime degli stupri avvenuti lo sorso anno a Caivano, dopo la lettura della sentenza. Lo ha riferito l’avvocato Clara Niola, che difende la madre della più piccola delle due cuginette vittime degli stupri. “Siamo soddisfatti dell’ottimo ed eccellente lavoro fatto in questo anno da parte della magistratura – ha spiegato Niola – sono sentenze che ci aspettavamo chiaramente rispetto alla gravità dei fatti di reato. È una sentenza equa ed equilibrata, ovviamente dobbiamo attendere 30 giorni per il deposito delle motivazioni per conoscere le argomentazioni logico-giuridiche che hanno indotto il giudicante a infliggere condanne più alte di quelle richieste dalla Procura”.
I genitori della piccola, ha continuato l’avvocato Niola, “hanno sempre mantenuto un atteggiamento riservato e soprattutto si sono messi da parte proprio per evitare la mediaticità e consentire alla magistratura di lavorare serenamente. Sono contenti perché hanno raggiunto un primo tassello”. Si attende ora la sentenza del processo dinanzi al Tribunale per i minorenni di Napoli che vede imputati altri tre giovani. “Ricordiamoci che in quella sede non ci sono né vincitori né vinti perché parliamo di minorenni – ha sottolineato la legale – c’è un vuoto, qualcosa che dev’essere colmato con l’attività sinergica da parte delle istituzioni, delle associazioni, della società, per far sì che fatti cosi gravi non verifichino più, soprattutto con il coinvolgimento di minorenni”.