
“L’ho uccisa, speriamo che l’ho presa bene, ho visto il sangue che schizzava da tutte le parti”. Queste le terribili parole di Gianluca Molinaro dopo aver ucciso la sua ex compagna e madre di suo figlio Manuela Petrangeli. L’uomo si è confidato con l’ex compagna che l’ha poi convinto a costituirsi. La testimonianza è riportata nell’ordinanza con cui il gip di Roma sabato ha convalidato il fermo e disposto per Molinaro, rimasto in silenzio nel corso dell’interrogatorio a Regina Coeli, la custodia cautelare in carcere. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, potrebbero contestargli anche la premeditazione. Elementi che sarebbero già emersi nella primissima fase delle indagini. Sempre in un messaggio inviato dal suo cellulare, Molinaro, poco prima del raid di morte scrive “oggi spero di prendere due piccioni con una fava” e dopo quanto compiuto in via Degli Orseolo commenta: “Ho sparato due botte”.
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Gianluca Molinaro, difeso dall’avvocato Eleonora Nicla Moiraghi, è accusato dai pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, di omicidio aggravato e detenzione abusiva di armi. Molinaro si è presentato alla caserma dei carabinieri giovedì pomeriggio alle 14.40, dichiarando di aver appena ucciso la sua ex compagna Manuela Petrangeli. Ha raccontato ai carabinieri di aver scoperto continui tradimenti da parte della donna grazie a un sistema di videosorveglianza che aveva installato nella sua abitazione e di aver appreso che lei si era iscritta a un sito di incontri. Tuttavia, questa ricostruzione è risultata completamente falsa. Gli inquirenti non hanno trovato alcun sistema di videosorveglianza nella casa di Petrangeli, smentendo così le affermazioni di Molinaro.

Nell’ordinanza il gip ha sottolineato come “gli elementi sono assolutamente convergenti” evidenziando la “pervicace gelosia” dell’uomo “nonostante la relazione si fosse conclusa da circa tre anni”. Agli atti è anche la testimonianza dell’attuale compagna che, sentita dagli investigatori, ha spiegato che con lei Molinaro era sempre stato calmo manifestando solo disagio per le difficolta avute con il figlio minorenne che non riusciva a frequentare assiduamente.
Gianluca Molinaro ha compiuto l’omicidio di Manuela Petrangeli utilizzando un fucile a canne mozze, detenuto illegalmente. I risultati degli accertamenti del RIS sull’arma e delle analisi dei telefoni saranno cruciali per il processo. Queste prove possono non solo confermare le accuse esistenti, ma anche portare alla luce ulteriori reati e responsabili, rendendo il quadro investigativo più chiaro e completo. Oltre al fucile con cui ha esploso due colpi mentre era a circa un metro dalla vittima, sono state sequestrate altre due cartucce che aveva con sé in una borsa. E gli accertamenti proseguono anche sui telefoni sequestrati all’uomo e alla vittima.