
Un ragazzo di 14 anni ha perso la vita in India a causa di un’infezione provocata da Naegleria fowleri, un parassita noto come l’ameba “mangia-cervello”. L’infezione è stata contratta dopo aver fatto il bagno in una piscina non adeguatamente trattata. Nonostante il rapido intervento medico, il giovane non è sopravvissuto.
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Questo tragico evento rappresenta la terza vittima del parassita nella regione del Kerala negli ultimi due mesi: il 21 maggio, una bambina di 5 anni a Malappuram e, il 25 giugno, una ragazza di 13 anni a Kannur erano già decedute per la stessa causa. La situazione ha sollevato preoccupazioni tra la popolazione e le autorità sanitarie locali, che stanno lavorando per contenere la diffusione dell’organismo.
Cos’è l’ameba mangia cervello?
L’ameba Naegleria fowleri si trova in acque dolci e calde in tutto il mondo, come laghi, sorgenti termali, fiumi e piscine mal mantenute. Non può sopravvivere in acqua salata e non si trasmette da persona a persona. L’ameba entra nel corpo attraverso il naso o le orecchie e raggiunge il cervello, causando la meningoencefalite amebica primaria (PAM). Questa malattia distrugge il tessuto cerebrale e provoca il rigonfiamento del cervello, spesso portando alla morte.
Sintomi e pericolosità
I sintomi dell’infezione da Naegleria fowleri compaiono tra 1 e 12 giorni dopo l’esposizione. Inizialmente includono mal di testa, febbre, nausea e vomito, seguiti da rigidità del collo, convulsioni e coma. L’infezione è altamente mortale, con un tasso di letalità del 97%. La maggior parte dei decessi avviene entro una settimana dall’inizio dei sintomi. In Nord America, solo cinque persone sono sopravvissute alla PAM.
Prevenzione
Per prevenire l’infezione da Naegleria fowleri, è importante evitare di nuotare in acque dolci e calde non trattate, specialmente durante i periodi più caldi dell’anno. Se si decide di nuotare in tali acque, è consigliabile usare tappi nasali per impedire l’ingresso dell’ameba nel corpo. Le autorità sanitarie raccomandano anche una corretta manutenzione delle piscine e una maggiore vigilanza sui sintomi post-esposizione.