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Torino, bambino di 11 anni infettato da larve di tenia salvato con operazione di oltre 10 ore

Pubblicato: 15/07/2024 08:11
Torino bambino larve tenia

Un bambino di 11 anni colpito da una rara patologia infettiva provocata all’infestazione di larve di tenia. Succede a Torino, dove fortunatamente il piccolo è stato salvato dai medici al termine di una operazione chirurgica durata più di 10 ore. L’intervento è stato effettuato da una equipe medica specializzata dell’ospedale infantile Regina Margherita.
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Secondo quanto si apprende, il piccolo era arrivato in crisi respiratoria al pronto soccorso dell’ospedale di Cuneo, città dove risiede con la famiglia. Una volta avuto il sospetto che si trattasse di una infezione da larve di tenia, i medici hanno disposto il suo trasferimento a Torino.

Cos’è l’infezione da larve di tenia

Dopo ulteriori esami, è stato appurato che il bambino fosse affetto affetto da echinococcosi o idatidosi, un’infezione dovuta alle larve della tenia Echinococcus granulosus, una tenia di 2-7 millimetri ospitata da cani, che sono gli ospiti definitivi e hanno tenie adulte nel loro tratto gastrointestinale. Ma anche dagli animali erbivori come pecore, capre, suini e bovini. Infezione che dunque il bimbo avrebbe contratto quasi certamente in ambiente rurale.

L’infezione da larve di tenia può provocare, come in questo caso, anche cisti polmonari la cui rottura può causare anche gravi reazioni anafilattiche. Per questo motivo il giovane paziente è stato sottoposto delicato intervento chirurgico eseguito da un’equipe composta da Luca Lonati della chirurgia pediatrica della Regina Margherita e da Paraskevas Lyberis della chirurgia toracica universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino, supportati dal team anestesiologico pediatrico di Lorenzo Moscaritolo del servizio di anestesia e rianimazione pediatrica. Intervento perfettamente riuscito che ha permesso le dimissioni dell’11 dall’ospedale dopo pochi giorni.

Echinococcus granulosus, nella sua forma adulta, è lunga al massimo 9 millimetri e vive negli intestini dei canidi come cani, lupi e volpi. Gli umani possono essere ospiti intermedi delle larve. L’infezione si verifica principalmente ingerendo le uova della tenia, che si diffondono nell’ambiente attraverso le feci dei canidi. Le uova possono contaminare acqua e alimenti, come verdure non lavate adeguatamente, o possono essere trasferite dalla pelliccia degli animali alle mani e poi alla bocca.

La diagnosi avviene attraverso scansioni addominali (ecografia, TAC, risonanza magnetica) che rivelano la presenza delle cisti, e test sierologici. Le cisti possono essere grandi e contenere fino a un litro di liquido, spesso difficili da distinguere dai tumori. La “sabbia idatidea”, un sedimento biancastro nel liquido cistico, è un segno distintivo. La cura prevede la resezione chirurgica delle cisti, l’aspirazione del liquido e il trattamento con farmaci antiparassitari come l’albendazolo. Una tecnica specifica chiamata PAIR (puntura, aspirazione, iniezione e ri-aspirazione) è frequentemente utilizzata. Gli interventi possono essere complessi e prolungati a seconda della diffusione delle cisti.

Non esiste un vaccino contro l’echinococcosi cistica, quindi la prevenzione si basa su buone pratiche igienico-sanitarie:

  • Lavarsi le mani dopo aver toccato cani.
  • Evitare di toccare il viso e gli alimenti senza prima lavarsi le mani.
  • Consumo di acqua e verdure pulite e ben lavate.

    Il rischio più grave è lo shock anafilattico causato dalla rottura delle cisti. La malattia è letale nell’1-3% dei casi umani. Pertanto, è essenziale un rapido riconoscimento e trattamento dell’infezione per prevenire complicazioni fatali.

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Ultimo Aggiornamento: 15/07/2024 17:00

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