Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, è stato sentito dal pm di Roma Stefano Luciani, titolare dell’inchiesta aperta sulla scomparsa della ragazza 15enne all’epoca dei fatti, il 22 giugno del 1983. Le indagini sulle scomparse di Mirella Gregori ed Emanuela Orlandi stanno proseguendo con audizioni e investigazioni da parte della commissione bicamerale d’inchiesta, della Procura della Santa Sede e di quella della capitale. L’incontro tra il pm e Pietro Orlandi è stato descritto da quest’ultimo come positivo e produttivo.
“La procura e il pm Stefano Luciani stanno lavorando seriamente e sono fiducioso. Penso che il lavoro della Procura e della Commissione ci aiuterà a fare passi avanti verso la verità. Ora sarà importante l’audizione del dottor Capaldo il 18 luglio in commissione”, ha detto all’Adnkronos Pietro Orlandi. In precedenza, il giudice Martella ha dichiarato pubblicamente che Mirella ed Emanuela sarebbero state sacrificate per motivi di “ragion di Stato”, con l’intento di distrarre l’opinione pubblica. La giudice Rando, invece, ha scelto di parlare a porte chiuse.
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Nel frattempo è stato ritrovato e reso pubblico anche il nastro inedito di una delle telefonate rimaste a metà. Alla prima parte, quella che vede Emanuela ripetere più volte il nome della sua scuola, si è aggiunta la seconda in cui la ragazza dice di avere “quindici, a gennaio sedici” anni. E poi parla di Santa Marinella: qualcuno la doveva portare là. “Potrebbe trattarsi delle sue vacanze, i nostri zii avevano una casa sul litorale e spesso ci andava”, spiega Pietro.
La cittadina vaticana Emanuela Orlandi venne rapita il 22 giugno 1983. Nonostante le ricerche e le tante piste analizzate dagli inquirenti, non si è mai giunti a una soluzione del caso: la famiglia negli ultimi anni è tornata a sperare grazie a queste indagini aperte, che hanno riacceso un interesse mai sopito nell’opinione pubblica sulla scomparsa della giovane.