La virologa Maria Rita Gismondo, in prima linea per la verità su Covid e vaccini, è tornata alla carica con una intensa intervista al Giornale d’Italia. Partendo dal suo ultimo libro, “La pecora nera”, la dottoressa ha parlato dell’obbligo vaccinale per bambini, della variante del Covid Kp3 (“si aggiunge a quei virus respiratori che ci danno sindrome simil-influenzale con qualche linea di febbre ma niente di più”) e del tavolo tecnico sugli eventi avversi da vaccino Covid su cui sta lavorando il ministro della Salute Orazio Schillaci. Spiega Gismondo: “Il libro parla dei punti più critici della pandemia. Critico uno spreco economico incredibile che non ha intaccato la scienza, anche se le risorse diminuiscono per altri investimenti. In quel periodo le persone hanno avuto conseguenze importanti, ci sono stati suicidi tra i giovani. Questi ultimi preferiscono stare dietro al pc al posto di stare in società per colpa del lockdown. Poi la dad e la Tachipirina e la vigile attesa che è stato un nosense in quanto per le malattie infettive si deve intervenire subito. Quando la gente non saturava più non c’era più nulla da fare”.
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Quanto al recente ritiro del vaccino Covid da parte di AstraZeneca, Gismondo spiega: “Che il vaccino di AstraZeneca potesse creare trombosi si sapeva. Il virus che è stato utilizzato è un vettore che provoca trombi e c’era una letteratura vasta sul tema prima che si facesse il vaccino, eppure è stato utilizzato“. In merito al tavolo tecnico su eventi avversi del vaccino Covid istituito dal ministro Schillaci, Gismondo afferma: “Sono stata a colloquio con il ministro Schillaci per questo motivo e sono a disposizione per una collaborazione, ho pressato molto in quest’ottica. Ritengo sia più utile della commissione d’inchiesta Covid che per avere forza deve attingere a una commissione scientifica, quindi ben venga il tavolo tecnico, si faccia al più presto in maniera operativa. Abbiamo l’obbligo di dare una risposta a persone che dopo la vaccinazione hanno avuto problemi. Dobbiamo capire se questi siano da attribuire al vaccino Covid o no. Dall’altro lato è necessario approfondire la conoscenza di questi vaccini in futuro per la rapidità con cui vengono prodotti”.
In merito allo stop all’obbligo dei vaccini pediatrici proposto dall’emendamento (bocciato) del senatore Borghi, Gismondo ragiona: “Sono d’accordo a metà perché è vero che siamo il paese nel quale si propone il numero più alto di vaccinazioni ai bambini, ma è un argomento che va affrontato da un altro punto di vista, ovvero tramite l’impatto che la vaccinazione ha nei confronti della popolazione. Ci vorrebbe una campagna informativa pressante riguardo le informazioni sulla vaccinazione, perché far calare dall’alto l’obbligo vaccinale fa avere un effetto negativo, soprattutto ora che la gente si è sentita frastornata dal Covid“. Su quali vaccini mantenere Gismondo spiega: “Non ci si vaccina più contro il vaiolo perché è scomparso, mentre ad esempio nel 1991 è stata inserita la vaccinazione contro l’epatite B per l’aumento dell’infezione. Bisognerebbe rivedere lo schema ogni 4-5 anni. Togliere oggi il vaccino contro il morbillo non è una buona cosa perché il morbillo si sta diffondendo molto. Servirebbe che la Prevenzione del Ministero della Salute faccia una revisione critica e dinamica degli schemi di vaccinazione“.