Il divieto di rilasciare nuove autorizzazioni per il servizio di noleggio con conducente, i cosiddetti Ncc, sino alla piena operatività del registro informatico nazionale delle imprese titolari di licenza taxi e di autorizzazione Ncc è stato dichiarato incostituzionale. A pronunciarsi è stata la Consulta, riconoscendo che esiste un problema di trasporto pubblico nelle grandi città e una domanda di mobilità che non viene soddisfatta dal servizio di mezzi pubblici e dai taxi.
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Grazie a questa norma è stato possibile, per 5 anni, “per l’autorità amministrativa alzare una barriera all’ingresso dei nuovi operatori”, compromettendo gravemente “la possibilità di incrementare la già carente offerta degli autoservizi pubblici non di linea”. Queste le parole della Corte Costituzionale. La norma, definita sotto il governo gialloverde Conte I, sospende la possibilità di emettere nuove licenze fino alla creazione del registro, peccato che il decreto di istituzione sia stato firmato il 2 luglio di quest’anno.
“È rimasta del tutto inascoltata – si legge nella sentenza – la preoccupazione dell’Autorità garante delle concorrenza e del mercato – volta a evidenziare che “l’ampliamento dell’offerta dei servizi pubblici non di linea risponde all’esigenza di far fronte ad una domanda elevata e ampiamente insoddisfatta, soprattutto nelle aree metropolitane, di regola caratterizzate da maggiore densità di traffico e dall’incapacità del trasporto pubblico di linea e del servizio taxi a coprire interamente i bisogni di mobilità della popolazione”.
La Corte Costituzionale sostiene che la norma censurata ha pertanto causato, in modo sproporzionato, “un grave pregiudizio all’interesse della cittadinanza e dell’intera collettività”. Stando alla sentenza, non sarebbe venuta meno solo la libertà di circolazione, ma pure lo sviluppo economico del Paese è stato compromesso dalla norma. Soddisfatto il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: “La Consulta ha rigettato entrambe le impugnative di Palazzo Chigi contro le nostre due leggi regionali costruite con l’obiettivo di distribuire nuove licenze Ncc in Calabria per favorire la mobilità di cittadini e turisti”. Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, la sentenza “smonta il muro alla concorrenza innalzato da chi si ostina a difendere la lobby dei tassisti” e “dà un altro colpo di piccone al muro anti concorrenza costruito in questi anni da praticamente tutti i partiti”.
Esulta anche Uber alla sentenza, col general manager Lorenzo Pireddu che vede la “fine di uno stallo durato oltre 6 anni”. La decisione “rimuove gli ostacoli all’endemica scarsità di servizi di trasporto non di linea nelle città italiane, dove la situazione è drammatica. Speriamo che il governo prenda atto della decisione ed abbandoni ogni iniziativa volta ad introdurre restrizioni ingiustificate ai servizi Ncc e che i comuni inizino immediatamente il processo per l’emissione di nuove autorizzazioni”.