Le autorità dello Stato messicano di Chihuahua hanno fatto una scoperta allarmante nel municipio di Madera, trovando oltre 700 resti umani in una fossa comune clandestina. Questo ritrovamento segna uno dei più gravi episodi di violenza e abusi dei diritti umani nella regione, già nota per le sue gravi problematiche legate alla criminalità organizzata.
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Il ritrovamento
La scoperta è avvenuta dopo che il personale della Commissione di ricerca locale ha identificato una zona di “alterazione termica” nel terreno, segno di un precedente rogo. Il team di investigatori ha subito avviato le indagini, che hanno portato al ritrovamento di numerosi resti ossei umani e di vari indizi non biologici.
L’area in cui è stata scoperta la fossa comune si estende su oltre 7.000 metri quadrati e l’Unità specializzata per le investigazioni sulle persone scomparse e l’Agenzia investigativa statale sono intervenute per esaminare l’intero spazio e garantire che non vi siano ulteriori resti sepolti. Le indagini hanno anche portato al recupero di proiettili e oltre 70 bossoli di diversi calibri, inviati ai laboratori balistici per un’analisi approfondita.
Questa scoperta drammatica si inserisce in un contesto già tragico: Chihuahua è tristemente nota per il gran numero di fosse comuni clandestine che punteggiano il suo territorio. Attualmente, si stima che nel solo stato di Chihuahua vi siano più di 400 fosse comuni clandestine, con circa la metà di esse localizzate a Ciudad Juárez, un’altra area duramente colpita dalla violenza.
Le autorità locali hanno promesso di intensificare gli sforzi per identificare le vittime e fare chiarezza sui responsabili di tali atrocità. Il ritrovamento non solo solleva inquietanti interrogativi sulla sicurezza e la giustizia nella regione, ma evidenzia anche la necessità di una risposta più efficace e coordinata per affrontare l’emergenza delle scomparse e della violenza che affligge il Messico.